Colpo di grazia da Renzi, l’autodromo di Monza rischia di morire

La Commissione Bilancio del Senato non ammette l’emendamento alla Legge di Stabilità che avrebbe garantito alla Regione Lombardia di investire 20 milioni di euro nell’impianto senza incappare in pesanti tassazioni. Ora gli investimenti sono a forte rischio.
Colpo di grazia da Renzi, l’autodromo di Monza rischia di morire

Non è un semaforo rosso, è di più. Una mannaia che rischia di tranciare di netto ogni speranza di sopravvivenza di un autodromo che nei fondi regionali vedeva l’unica via percorribile per poter risanare debiti e programmare il proprio sviluppo, come spiegato in prima pagina da il Cittadino nell’edizione di giovedì 18.
Nella notte in Commissione Bilancio del Senato non è stato ammesso e quindi non è stato approvato un sub emendamento alla Legge di Stabilità che prevedeva la non tassazione dell’operazione con la quale Regione Lombardia intende entrare in comproprietà del comparto di Parco e autodromo, accanto ai Comuni di Monza e Milano. L’assessore regionale ad Expo, Fabrizio Sala, ricorda come «il presidente Roberto Maroni e i sindaci di Milano e Monza, Giuliano Pisapia e Roberto Scanagatti si fossero invece espressi a favore di questo provvedimento, firmando una lettera congiunta. Il sub emendamento è stato giudicato tecnicamente non ammissibile perché privo di copertura finanziaria, che però in questo caso non era necessaria».

I problemi ora sono seri. E rischiano di diventare irreversibili, se il governo non interverrà nelle prossime ore. «Senza questa norma», sottolinea Sala, «il passaggio di proprietà dai Comuni di Milano e Monza a Regione Lombardia sarebbe soggetto alle tasse, il che di fatto toglierebbe tutte le risorse che Regione Lombardia aveva destinato all’operazione, ossia circa 20 milioni di euro. Non diventando proprietaria dell’area, Regione Lombardia non è in grado di intervenire, finanziando il rilancio di quel comparto». Non tutto è però perduto, perché Roma potrebbe intervenire in extremis prevedendo ad hoc un regime di cosiddetta neutralità fiscale, esentando di fatto l’operazione dall’imposta.

Immobilismo ormai protratto da anni, scandali giudiziari e bolle in pista, ma anche addio ad appuntamenti internazionali come la Wtcc e la Superbike. Ora Monza rischia di perdere il treno di un rilancio necessario per rispondere anche a Bernie Ecclestone, patron della Formula 1, che già nella scorsa primavera aveva bollato Monza come una gara poco remunerativa per l’organizzazione del Mondiale di Formula 1. Nel 2016 scade il contratto con Ecclestone, prima ancora di trattare un rinnovo inevitabilmente salato, il circuito brianzolo ha l’urgenza di programmare interventi di ammodernamento e sviluppo. Possibili grazie a investimenti economici simili a quello prospettato da Regione Lombardia.