Giorgio de Chirico e l’oggetto misterioso alla Villa reale di Monza

Giorgio de Chirico e l’oggetto misterioso” è il titolo della mostra che sarà aperta il 27 settembre per proseguire fino al primo di febbraio. Una retrospettiva realizzata da Vidi in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico a cura di Victoria Noel-Johnson e Simona Bartolena.
Giorgio de Chirico e l’oggetto misterioso alla Villa reale di Monza

Un’architettura anonima e lineare, una testa di Apollo, un guanto che pencola e una sfera verde. Non molto altro e un significato tutto da interpretare. Sempre che ne valga la pena, che non valga invece l’esigenza di restare dove forse Giorgio de Chirico voleva restare: in una sospensione, un limbo semiotico dove tutto può essere tutto o forse nulla.

Quel quadro, “Il canto d’amore”, il pittore protagonista (e pressoché unico interprete) della metafisica lo ha dipinto un secolo fa, nel 1914. Per vederlo, ora, occorre andare a New York, al Moma. Ma per ripercorrere la sua arte non servirà andare lontano.

Dal 27 settembre Monza tornerà a caccia di una platea quantomeno nazionale per le mostre d’arte e lo farà grazie alla retrospettiva che il Consorzio Villa reale ha affidato a Vidi in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico. Trenta opere che sotto la cura di Victoria Noel-Johnson e Simona Bartolena cercheranno di ripercorrere la carriera del pittore italiano e di leggerne uno dei paradigmi più evidenti: il mistero. “Giorgio de Chirico e l’oggetto misterioso” è il titolo della mostra che sarà inaugurata tra due settimane per proseguire fino al primo di febbraio. E rappresenta il primo passo della promessa implicita fatta dal Consorzio stesso – che continua a gestire gli spazi del Serrone mentre il resto delle are espositive è nelle mani del concessionario – Consorzio che aveva preconizzato l’innalzamento del livello artistico della Villa reale.

«Giorgio de Chirico è senza dubbio la figura artistica più importante e poliedrica del panorama italiano del Novecento» si legge nelle anticipazioni sulla mostra che ha già un sito internet dedicato,dechiricomonza.com, in un progetto che avrà anche il Cittadino come media partner.

«Pittore, scultore, scenografo, costumista, scrittore, illustratore di opere letterarie, dal racconto mitologico ai grandi classici moderni, grande conoscitore della filosofia antica e moderna e amante della cultura classica, riporta nelle sue opere elementi di questa sconfinata conoscenza. La sua pittura metafisica è carica di suggestione, ricca di atmosfere enigmatiche in cui dominano l’immobilità e il silenzio, dove la prospettiva ha un ruolo fondamentale all’interno della composizione». L’obiettivo dichiarato della mostra curata da Noel-Johnson e Bartolena è «un’immersione completa nella vita e nell’arte del maestro metafisico» con le tele e con «video, racconti suggestivi, suoni», così che «attraverso i suoi ricordi, le sue fantasie e le sue visioni il pubblico avrà la possibilità di scoprire la straordinaria personalità artistica e umana del grande metafisico che ritroviamo in tutti i suoi lavori».

Poi ci saranno «attività didattiche, laboratori creativi e visite guidate permetteranno anche ai più piccoli di avvicinarsi all’arte di Giorgio de Chirico», intanto resta una data: anno 1914. L’anno in cui l’artista italiano ha creato uno dei primi capolavori di una categoria dell’arte che avrebbe significato tanto per i decenni successivi – figlia del surrealismo e madre della visionarietà del resto del Novecento – pur restando padre ed epigono di se stesso.

È l’anno della prima guerra mondiale, quell’anno, quello che avrebbe definitivamente cambiato un continente prima e il resto del mondo poi. Nel centenario del conflitto, il Serrone si prepara ad offrire uno spaccato di quel mondo sul limite attraverso le visioni di uno dei suoi protagonisti.