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Sciopero e presidio alla Candy di Brugherio dopo l’annuncio dei 340 esuberi

Presidio davanti ai cancelli e due ore di sciopero per ogni turno di lavoro. È la risposta dei lavoratori della Candy di Brugherio dopo l’annuncio shock dei 340 esuberi, più della metà del personale di produzione impiegato nel sito brianzolo.
Brugherio, sciopero e presidio Candy dopo l'annuncio di 340 esuberi
Brugherio, sciopero e presidio Candy dopo l’annuncio di 340 esuberi Valeria Pinoia

Presidio davanti ai cancelli e due ore di sciopero per ogni turno di lavoro. È la risposta dei lavoratori della Candy di Brugherio dopo l’annuncio shock dei vertici: il costo del lavoro in Italia è troppo alto, la produzione va ridotta, gli esuberi saranno 340. Quasi 150 in più di quelli annunciati tre anni fa.


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Da allora sono trascorsi un anno di trattativa e quasi due di solidarietà. Nessuno sperava in scenari entusiasmanti, ma 340 tagli sono un disastro inaspettato. Significa più della metà del personale di produzione e significa che la sopravvivenza stessa del sito brianzolo è in pericolo. Lo dice senza mezzi termini Paolo Mancini, delegato rsu della Fiom.

Tutto parte dalla volontà dell’azienda di ridurre i volumi produttivi fino a 300mila unità all’anno. Fino a 5 anni fa i pezzi che uscivano dallo stabilimento erano 600mila, poi, con il contratto di solidarietà, si è scesi a 400mila scarsi. Nel futuro non si intende superare i 300mila pezzi, da qui il ridimensionamento del personale.

Lavoratori e sindacalisti si sono dati appuntamento martedì 30 giugno davanti ai cancelli e hanno bloccato per due ore all’inizio di ogni turno l’ingresso degli autotrasportatori.

È solo il primo passo di una protesta che si annuncia rovente. Tanto più se il contratto di solidarietà in scadenza non dovesse essere rinnovato. In quel caso i tagli potrebbero essere effettivi da ottobre. Per scongiurare un simile epilogo, durante un tavolo aperto da tempo con la proprietà, i lavoratori si erano detti disponibili a immolare la Quattordicesima e altri benefici, tutto pur di ridurre il costo del lavoro. Ma niente da fare, Candy ha detto che non basterebbe, la Cina è troppo competitiva.