Nuove regole: per dare le dimissioni bisogna perdere una giornata di lavoro

Dal mondo artigiano una levata di scudi contro la nuova normativa che nel 2016 potrebbe interessare 6mila lavoratori brianzoli. Si fa tutto online ma le procedure non sono così semplici. All’Inps di Monza le nuove regole potrebbero venire a costare 7 milioni in più.
Monza Sede Inps
Monza Sede Inps Fabrizio Radaelli

Da oggi, sabato 12 marzo, entra in vigore un nuovo regolamento per dare le dimissioni dal posto di lavoro. La risoluzione consensuale di tutti i rapporto di lavoro subordinato del settore privato dovrà viaggiare obbligatoriamente online. La norma è stata introdotta dal decreto legislativo 151 del 2015 e ratificata dal decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali il 15 dicembre 2015. La nuova disciplina intende, da un lato, evitare il fenomeno delle cosiddette ‘dimissioni in bianco’ e, dall’altro, rendere inefficaci le dimissioni presentate con modalità diverse da quelle previste dalle nuove disposizioni. Le associazioni di categoria hanno subito levato gli scudi. Immediata la stroncatura da parte dell’Unioni Artigiani della provincia di Monza e Brianza, che ha sottolineato come, con le nuove procedure, per riuscire a lasciare il proprio impiego, sia necessaria un’intera giornata di lavoro.

«Ecco i passi che, da sabato, il lavoratore sarà costretto a compiere – spiegano dagli uffici dell’ente – Numero uno: dovrà registrarsi sul portale Cliclavoro. Numero due: se non dovesse esserne già in possesso, il lavoratore dovrà richiedere all’Inps un pin, e lo potrà fare allo sportello oppure online, sul sito dell’ente, seguendo l’apposita procedura. Dovrà poi compilare un modulo, suddiviso in cinque sezioni, seguendo le indicazioni del portale e, infine, quarto passaggio, dovrà trasmettere il modulo al datore di lavoro e alla direzione territoriale del lavoro competente». Se il lavoratore non volesse dare avvio in maniera autonoma alla procedura telematica, il decreto prevede la possibilità di avvalersi di un soggetto autorizzato ad effettuare l’operazione in sua vece. Rimane ferma, comunque, l’obbligatorietà di chiudere poi il procedimento attraverso la convalida delle dimissioni.

«Parliamo almeno di un’intera giornata di lavoro da dedicare al processo, estremamente macchinoso – commenta il segretario generale dell’Unione Marco Accornero – una spesa annua che inciderà sul portafoglio degli italiani per circa 15 milioni di euro e per tre nella sola Lombardia». L’Unione Artigiani Mb stima che saranno circa 300mila i lavoratori dimissionari italiani che nel 2016 si troveranno ad affrontare la nuova procedura: circa 6mila quelli brianzoli. «Si tratta di una procedura laboriosa – prosegue Accornero – per chi non ha dimestichezza con internet e non è in possesso di un computer collegato alla rete. In mancanza di una comunicazione formale, oltretutto, l’azienda non avrà altro modo per formalizzare le dimissioni se non contestando al lavoratore, paradossalmente, il licenziamento per giusta causa per evitare che il lavoratore, dopo mesi o anni, torni a farsi vivo in azienda rivendicando con piena legittimità il suo posto». Un rischio non da poco per le imprese medio-piccole della Brianza, visto che questo tipo di licenziamento che prevede, per il datore di lavoro, un pagamento del contributo Aspi pari a 1.500 euro e l’indennità di disoccupazione per un periodo massimo di due anni o fino all’avvio di un nuovo rapporto di lavoro. «Se solo il 5% dei dimissionari del 2016 in Brianza – conclude il segretario generale – dovesse trasformarsi in licenziamento, all’Inps arriverebbe un conto di più di sette milioni di euro». Insomma: l’Unione spera che governo e parlamento facciano un passo indietro e ripristinino l’iter in vigore dal 2012.

«Se qualcosa si può complicare, l’Italia ci riesce sempre -spiega invece Gianni Barzaghi E, paradossalmente, lo fa con strumenti come la tecnologia digitale che, invece, dovrebbe servire a semplificare la vita». Anche Apa Confartigianato Imprese denuncia questo ennesimo caso di complicazione burocratica: la nuova disciplina sulle dimissioni, in vigore sabato, prevede una procedura telematica estremamente complessa per il dipendente e scarica sul datore di lavoro nuove incertezze e maggiori costi.

«La strada della burocrazia italiana – ha sottolineato Giovanni Barzaghi, presidente di Apa Confartigianato Monza e Brianza e Milano – è lastricata di buone intenzioni. Purtroppo, però, a rimetterci sono sempre gli utenti. Nel caso della procedura telematica per comunicare le dimissioni, il nobile scopo che l’ha ispirata, vale a dire contrastare possibili abusi come la pratica delle dimissioni in bianco, rischia ora di essere stravolto dalle complicazioni che la caratterizzano».

Confartigianato, quindi, chiede ufficialmente al ministero del Lavoro di «intervenire per correggere una norma che va in senso contrario rispetto alla volontà del governo di liberare cittadini e imprenditori dal pesante fardello di oneri e balzelli burocratici. In una materia già così complessa come quella del lavoro, di tutto abbiamo bisogno tranne che di un altro ostacolo all’attività imprenditoriale». Per chi dovesse aver bisogno di chiarimenti in merito, può contattare le sedi territoriali dell’associazione, che metteranno l’utente direttamente in comunicazione con gli sportelli del servizio “Consulenza e lavoro”, che si preoccupa di gestire proprio questo tipo di problematiche. Anche il Ministero del lavoro si è attivato: chi dovesse avere dubbi può scrivere a dimissionivolontarie@lavoro.gov.it. La compilazione del modulo sarà illustrata attraverso un video tutorial visibile al sito www.lavoro.gov.it.