Monza, corsa contro il tempo per chi vuole l’anticipo della pensione

La pensione si può anticipare ma la domanda per la cosiddetta Ape va presentata all’Inps entro il 15 luglio. Gli uffici della Cisl hanno già aiutato a presentare un centinaio di domande, ricevendo molte richieste di informazioni. Ecco i requisiti per poter accedere all’anticipo
Monza Sede Inps
Monza Sede Inps Fabrizio Radaelli

È corsa contro il tempo per quanti sono interessati all’A.pe, l’anticipo pensionistico sociale e alla pensione anticipata per i lavoratori precoci. La data entro cui presentare le domande è il 15 luglio ed è richiesta massima attenzione perché l’Inps ha fatto sapere che non accoglierà le domande incomplete. Per questo i patronati dei sindacati si sono già attrezzati per far fronte alle esigenze degli interessati e alla mole di lavoro di questi giorni. A livello nazionale sono già 17mila le domande arrivate all’Inps.Il 17 giugno sono stati pubblicati i decreti attuativi sulla Gazzetta Ufficiale e si è accelerata la corsa alle domande per queste novità previdenziali, previste dalla legge 11 dicembre 2016 Numero 232.

Gli uffici.L’affluenza agli uffici Inas Cisl della provincia di Monza e Brianza di via Dante 17/A a Monza è aumentata in questi giorni del 40% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Gli uffici, in una decina di giorni, hanno preparato un centinaio di domande. Nello stesso periodo quasi altrettante persone si sono presentate agli sportelli per chiedere notizie sull’A.pe e sulla normativa per i lavoratori precoci. Gli addetti ai lavori consigliano, in ogni caso, di rivolgersi a chi può garantire un’assistenza professionale. Anche per evitare danni e innescare inutili aspettative.

«L’Inps – sottolinea Marco Colombo, responsabile Inas Cisl Monza Brianza – ha già dichiarato che le domande incomplete non verranno accettate. C’è perciò la necessità di avere la consulenza di personale particolarmente preparato. Noi esaminiamo la documentazione, compiliamo la domanda di certificazione del diritto o come lavoratore che ha diritto all’a.pe o come lavoratore precoce e la inviamo all’Inps di competenza».

Di cosa si tratta. L’A.pe è una indennità economica, finanziata dalla fiscalità generale, destinata a garantire un sostegno al reddito fino a che non si raggiungano i requisiti per la pensione di vecchiaia. Questi ultimi sono fissati, per il 2017, a 66 anni e 7 mesi per gli uomini e 65 anni e 7 mesi per le donne; nel 2018 saranno 66 anni e 7 mesi per tutti.

L’A.pe non è un prestito che deve essere restituito. Non è esportabile e deve essere percepito in Italia. L’importo è calcolato in base all’ammontare del futuro trattamento pensionistico con un massimale di 1.500 euro mensili lordi. La durata massima è di 3 anni.

Tra i requisiti soggettivi ci sono l’avere compiuto almeno 63 anni di età, l’avere maturato almeno 30 anni di contributi, l’essere in stato di disoccupazione per licenziamento individuale o collettivo e dimissioni per giusta causa. Inoltre è necessario che da almeno 3 mesi sia cessata l’intera prestazione di disoccupazione spettante (naspi, mobilità, trattamento speciale). Altra possibilità è riservata agli invalidi civili con percentuale superiore al 74%; chi assiste il coniuge o un familiare di primo grado convivente portatore di handicap grave.

I precoci. La pensione anticipata per i lavoratori precoci, invece, è una possibilità per chi ha almeno un anno di lavoro effettivo (sotto questo punto di vista non hanno valore il servizio militare o altri contributi figurativi) prestato prima del compimento del 19° anno di età. Questa opportunità non è un prestito, né un’indennità, ma un anticipo pensionistico riservato a chi raggiunge 41 anni di contribuzione. Le categorie di lavoratori interessate sono le stesse a cui è rivolto l’a.pe (disoccupati, invalidi civili, lavoratori che assistono disabili e chi svolge lavori faticosi).