L’artigianato è in stallo Ordini interni in negativo

Analisi congiunturale del secondo trimestre per l’artigianato. La produzione fa registrare una variazione quasi nulla. A sostenere le imprese è ancora l’export. Le speranze di una vera ripresa, insomma, si affievoliscono.
Marco Accornero
Marco Accornero

Altro che ripresa, un sensibile ridimensionamento delle speranze di crescita conferma le previsioni al ribasso sulle stime a livello mondiale e, a cascata, su Europa, Italia, Lombardia.

I dati negativi stavolta sono quelli emersi stamane dalla presentazione dell’analisi congiunturale sul secondo trimestre 2014 dell’artigianato lombardo, curata da Unioncamere in collaborazione con Unione Artigiani-Claai e altre sigle.

“Una situazione di stallo – commenta il segretario generale dell’Unione Artigiani-Claai, Marco Accornero -, con una variazione quasi nulla della produzione rispetto al trimestre precedente. Rimane in crescita il fatturato, ma gli ordini interni svoltano nuovamente in negativo lasciando ancora al solo export il compito di sostenere la produzione”.

Nel secondo trimestre 2014 si registra, per le aziende artigiane manifatturiere, un dato congiunturale che svolta in negativo (-0,4%), mentre la variazione tendenziale (+0,4%) rimane positiva, ma sensibilmente inferiore rispetto allo scorso trimestre (+1,7%).

Poco diffuso il segno positivo tra i settori artigiani, dove permane una maggioranza di segno negativo per la produzione. Sono positivi il settore tessile (+3,4%), la meccanica (+1,7%) e legno-arredo (+0,9%). I restanti settori registrano una contrazione dei livelli produttivi, di maggior intensità per pelli-calzature (-4,8%) e minerali non metalliferi (-3,9%).

Nell’artigianato lombardo la crescita è significativa solo per i beni intermedi (+1,4%), mentre è poco consistente per i beni di consumo finali (+0,6%) e sono ancora negativi i beni di investimento (-0,7%).

Redazione online