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La crisi K-Flex: i lavoratori dicono sì alla proposta economica dopo 110 giorni di presidio

I lavoratori della K-Flex di Roncello hanno votato sì alla proposta di mediazione e incentivazione economica avanzata dal giudice del tribunale di Monza nell’udienza di giovedì 11 maggio. Azienda e rappresentanze sindacali sono attese in aula lunedì 15 maggio: 42mila euro per i lavoratori.
roncello: k-flex 13/04
roncello: k-flex 13/04 Signorini Federica

I lavoratori della K-Flex di Roncello hanno votato sì alla proposta di mediazione e incentivazione economica avanzata dal giudice del tribunale di Monza nell’udienza di giovedì 11 maggio. I voti favorevoli dell’assemblea sono stati 135, 25 i contrari. Azienda e rappresentanze sindacali sono attese in aula lunedì 15 maggio.

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Il budget complessivo dell’operazione per l’azienda dovrebbe ammontare a circa 8 milioni di euro. Una cifra non confermata in via ufficiale, ma che rappresenterebbe una buonauscita di circa 42mila euro a testa.

“I lavoratori hanno dato tutto in questi 110 giorni, coraggio e determinazione per lottare contro un’ingiustizia – fanno sapere Filctem Cgil e Femca, Cisl Brianza e Rsu Kflex – Il presidio dei lavoratori rimane attivo fino a lunedi. Continua la nostra richiesta al governo, in silenzio da settimane, e al parlamento di intervenire con una legge che vincoli i finanziamenti pubblici allo sviluppo delle aziende e dell’occupazione in Italia”.

I lavoratori della K-Flex sono in presidio permanente dal 24 gennaio, quando l’azienda aveva comunicato l’intenzione di lasciare la sede brianzola entro il 2017. All’inizio di febbraio aveva avviato la procedura di licenziamento per 187 lavoratori su 250 del sito di via Da Vinci. Nei giorni successivi la conferma dell’intenzione di chiudere la produzione in Brianza.

I lavoratori licenziati erano ricorsi al tribunale di Monza per ottenere la nullità della procedura di licenziamento collettivo sulla base di un accordo che la famiglia Spinelli, titolare della K-Flex, aveva firmato con le organizzazioni sindacali a fine dicembre 2016 impegnandosi a non licenziare per tutto il 2017. L’azienda da parte sua aveva fatto sapere di aver offerto 20mila euro lordi a testa (poi saliti a 30mila) come incentivo alle buoneuscite. Offerte respinte dai lavoratori nel corso delle trattative.