Il paradosso dei dipendenti Afol «Siamo quasi tutti dei precari»

Una lettera aperta per ribadire che sono stanchi della situazione di precariato lavorativo che vivono ormai da troppi anni. Loro sono i dipendenti dell’Afol di Monza e Brianza, l’azienda speciale della Provincia di Monza per la Formazione, l’Orientamento e il Lavoro, costituita nel 2008. Ecco che cosa scrivono.
Il centro di formazione professionale di Concorezzo
Il centro di formazione professionale di Concorezzo <?EM-dummyText Crediti?>

Una lettera aperta per ribadire che sono stanchi della situazione di precariato lavorativo che vivono ormai da troppi anni. Loro sono i dipendenti dell’Afol di Monza e Brianza, l’azienda speciale della Provincia di Monza per la Formazione, l’Orientamento e il Lavoro, costituita nel 2008, composta dai centri per l’impiego di Cesano Maderno, Monza, Seregno e Vimercate (accreditati per i servizi al lavoro) e tre centri di formazione professionale “G. Marconi” di Concorezzo, “G. Terragni” di Meda e “S. Pertini” di Seregno (accreditati per l’erogazione dei servizi di istruzione e formazione professionale).

«Su 192 lavoratori in servizio al 30 giugno ben il 75% non ha contratto stabile e le uniche assunzioni a tempo indeterminato di AFOL, risalenti alla costituzione dell’Agenzia, riguardano il management Area Lavoro; il restante 25% è personale “ereditato” dalla Provincia – scrivono i lavoratori precari -. La maggioranza di noi vive quindi da anni, alcuni anche da più di 10, nel precariato, con contratti a progetto rinnovati di 6 mesi in 6 mesi o nella migliore delle ipotesi con assunzioni a tempo determinato».

«La qualità dei nostri servizi – continua la lettera – ha quindi raggiunto livelli più che soddisfacenti e questo grazie all’impegno e alla passione con cui ognuno di noi ha svolto le proprie mansioni.

Ci sembra dunque legittimo chiedere di essere informati su quali siano i progetti e le volontà della Provincia di Monza e Brianza riguardo il futuro dell’Azienda e su come si intenda procedere rispetto al nostro inserimento, considerata la precarietà dei contratti. Ci appare quantomeno incoerente che un’Azienda che eroga servizi volti a facilitare l’ingresso e il re-inserimento nel mondo del lavoro non si adoperi in ugual modo per i propri lavoratori e collaboratori. La situazione di precariato e incertezza in cui ci troviamo alla data odierna, potrebbe avere ripercussioni anche sulle centinaia di persone che finora hanno potuto contare sulla presenza e sulla professionalità di personale qualificato, di strutture idonee e sulla possibilità di un re-inserimento nel mondo lavorativo attraverso un fitto dialogo tra formazione ed impresa che noi tutti abbiamo contribuito ad incrementare».