Crolla il prezzo del petrolio ma volano le accise sulla benzina: sono il 69% del prezzo alla pompa

Mentre il prezzo del petrolio tocca i 30 dollari al barile e punta ancora più in basso, le tasse sul pieno al distributore non hanno mai smesso di crescere, toccando vette mai raggiunte prima.
Un distributore di benzina della Brianza
Un distributore di benzina della Brianza

Mentre il prezzo del petrolio tocca i 30 dollari al barile e punta ancora più in basso, le tasse sul pieno al distributore non hanno mai smesso di crescere. Infatti – secondo un’elaborazione dell’ufficio studi di Coldiretti Lombardia su dati del Ministero dello Sviluppo Economico – il peso di Iva e Accise sul prezzo finale della benzina sono passate dal 57% del 2008, anno di inizio della crisi, al 59% del 2013 fino al 69% dell’inizio 2016. Corsa ancora più forte per il diesel, che ha “recuperato” in fretta il terreno perso nei confronti della benzina – spiega Coldiretti Lombardia – nel 2008 le tasse pesavano per il 48%, nel 2013 erano già salite al 54,8% e quest’anno sono già al 67,5%.

E nonostante il prezzo del petrolio sia passato dai 108,46 dollari al barile del 2013 ai circa 30 di oggi, con un crollo di oltre il 70%, quello della benzina al distributore è sceso solo del 18,4% passando da 1,748 euro al litro a 1,426 e il diesel è sceso di circa il 25% passando 1,657 euro al litro a 1,247 euro al litro (dati medi nazionali). Con la spesa media una famiglia per il carburante– spiega un’analisi di Coldiretti Lombardia su dati Istat – che si attesta su circa 133 euro al mese, più o meno quanto si investe per pane, latte, formaggi e uova oppure per carne e pesce.

Ed è proprio sul fronte dei consumi che fra il 2008 e il 2014 in Lombardia – spiega la Coldiretti regionale – c’è stato un taglio di oltre 400 mila tonnellate di benzina e per il gasolio di quasi 120 mila tonnellate. Anche se il primo semestre 2015 sembra registrare una controtendenza visto che, sia benzina che gasolio, avevano già superato il 50% delle quantità dell’anno prima, con una possibile crescita a consuntivo per l’anno appena concluso. Una tendenza che riguarda anche la spesa delle famiglie italiane in alimenti e bevande, che – secondo le elaborazioni Coldiretti sulla base delle previsioni Ismea-Nielsen – ha invertito la rotta nel 2015 ed è tornata ad aumentare dopo sette anni di riduzione consecutiva con una stima dello 0,3 per cento di crescita cumulata nei dodici mesi.