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Assolombarda, un’impresa su dieci abita qui: tra Monza e Milano c’è l’area dei record

È l’unico territorio italiano paragonabile per forza economica alle grandi megalopoli che creano l’85% della ricchezza mondiale. E i dati del presidio territoriale di Assolombarda Confindustria MMB confermano che quelle di Monza e Milano sono tra le zone più potenti per aziende, pil e addetti.
Monza Assolombarda presidio territoriale Monza Conferenza stampa Michele Angelo Verna e Massimo Manelli
Monza Assolombarda presidio territoriale Monza Conferenza stampa Michele Angelo Verna e Massimo Manelli Fabrizio Radaelli

È una delle cento aree metropolitane più grandi del mondo, l’unica in Italia a potere competere con le megalopoli in cui si concentra l’85% dell’economia mondiale, con la prospettiva di ospitare sul proprio territorio anche quella che sarà la più grande e potente Camera di Commercio d’Europa, quando il processo di fusione dell’ente camerale sarà completato.

Intanto, oggi, i numeri dicono che Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza rappresenta il principale polo italiano dell’industria e del terziario, che si estende con le sue imprese di ogni settore economico tra il capoluogo lombardo, Monza e Lodi, come hanno spiegato mercoledì, nella sede territoriale di via Petrarca, il direttore generale Michele Angelo Verna e il vicedirettore Massimo Manelli, direttore del presidio territoriale monzese, a un anno dalla fusione: delle circa 6000 imprese della nuova Associazione, infatti, il Presidio Territoriale di Monza e Brianza ha registrato un forte trend di crescita superando la quota di 1000 associate, e imprimendo una decisa accelerazione allo sviluppo associativo di molte aziende, visto che sono state 80 le nuove imprese che sono entrate soltanto negli ultimi dieci mesi, con 29 servizi strutturati e rimodulati sulle esigenze delle realtà del territorio.

«L’operazione dalla quale è nata Assolombarda Confindustria Monza e Brianza – ha commentato Verna – non ha un’origine politica, ma di sviluppo economico: lo abbiamo sempre detto e i dati che presentiamo oggi, ne sono la dimostrazione. Oggi l’85% dell’economia mondiale è fatta nelle 100 aree metropolitane più grandi del mondo, in cui soltanto una realtà come Milano, Monza e Brianza, e Lodi può competere: perciò dobbiamo superare gli steccati che dividono, tenendola invece in considerazione come una grande area di sviluppo economico e territoriale che riassume servizi e finanza (Milano), design e manifattura (Monza e Brianza), agricoltura (Lodi). È uno tra i mix migliori su scala globale».

Con oltre 400 mila unità locali, il 47% della Lombardia, e con 1,7 milioni di addetti, il 49% del totale della nostra regione, il territorio di Milano, Lodi, Monza e Brianza è uno dei più alti in Italia per densità di imprese: 97 unità locali per ogni 1000 abitanti (rispetto alla media italiana di 79) e 151 unità locali per km quadrato, quasi dieci volte superiore al resto del Paese. Sul territorio della provincia di Monza e Brianza sono presenti oltre 73 mila unità locali, 181 per km quadrato, a conferma dell’alta vocazione manifatturiera, e 267 mila addetti.

Si tratta, inoltre, di un territorio – quello di Milano, Lodi, Monza e Brianza – che produce il 53% del valore aggiunto lombardo e il 12% di quello italiano. La nuova Associazione, insomma, ha messo a fattore comune le competenze e le eccellenze dei territori: il centro del terziario avanzato, della ricerca, dell’università e delle multinazionali del territorio milanese con il manifatturiero dinamico e internazionalizzato delle imprese della Brianza, che in media esportano 11.300 euro pro capite, contro i 6.800 euro della media italiana, cioè il 70% in più.

Una dinamicità che per la Brianza vale 9,1 miliardi di euro di esportazioni, su un totale di 48,7 miliardi di euro di cui il 10% negli Usa (800 milioni di euro circa per Monza e Brianza), dietro alla quale si intravede una forte propensione ad innovare investendo in ricerca e sviluppo. Fattori che determinano e favoriscono la competitività e la crescita non solo delle imprese, ma del territorio. Senza dimenticare il più 20% del fatturato della società di servizi dell’Associazione, nata dopo la fusione, e di cui Manelli è amministratore delegato.

«Sono risultati – ha concluso Verna – che sono stati raggiunti in modo molto “brianzolo”, ovvero senza mai fare troppi proclami, ma pensando esclusivamente a lavorare».