Monza, “Quando la moglie è in vacanza” c’è Elena Santarelli

Quando la moglie è in vacanza. Il celebre testo reso immortale dal film di Billy Wilder (e da Marilyn Monroe) va in scena al Manzoni di Monza. Fino all’1 febbraio con Elena Santarelli e Massimo Ghini.
Monza, “Quando la moglie è in vacanza” c’è Elena Santarelli

Era nata come una feroce satira di costume che mirava a denunciare il falso perbenismo di una certa “middle class” americana degli anni Cinquanta, “Quando la moglie è in vacanza”. Il testo di George Axelrode, che ha debuttato a Broadway nel 1952 e che nel ’55, trasporto cinematograficamente da Billy Wilder, è stato reso immortale dall’interpretazione di Marilyn Monroe, arriva ora a Monza, al teatro Manzoni, da mercoledì 28 gennaio a domenica primo febbraio.

La regia di questa nuova versione è firmata da Alessandro D’Alatri e le musiche, originali, sono state appositamente composte da Renato Zero: dieci i brani che accompagneranno i momenti clou della vicenda, che vede come protagonisti Massimo Ghini ed Elena Santarelli. «Dal 1952 a oggi tante cose sono cambiate – commenta Ghini al telefono – A portare in scena la commedia di Axelrode così com’era c’era il rischio che si perdesse molta della sua carica provocatoria: non dimentichiamo che il titolo originale è “The seven year itch”, “Il prurito del settimo anno”. Così, per poter “reggere” di fronte a un pubblico che ormai non si scandalizza con facilità, è stata ambientata ai giorni nostri. Mette a nudo, con ironia e cinismo, l’ipocrisia dell’universo maschile. Io interpreto Riccardo, di professione editore, un intellettuale di sinistra. Moglie e figlio sono in vacanza e lui perde la testa per la nuova, bionda e prorompente vicina di casa che da Latina si è trasferita a Roma per cercar fortuna nel mondo dello spettacolo».

«Io sono “la ragazza del piano di sopra” – prosegue Elena Santarelli – Sono semplice, arrivo dalla provincia: sono ingenua ma sveglia. Con la mia interpretazione non cerco certo di ricordare Marilyn: se l’avessi dovuto fare, non avrei mai accettato la parte».

E a proposito di Marilyn, manca qui la celebre scena con la gonna bianca che si solleva per uno sbuffo d’aria proveniente dalla grata della metropolitana. Ma del resto la versione di D’Alatri si rifà al testo teatrale, non alla pellicola hollywoodiana: oltre a questa, infatti, sono presenti anche altre differenze.
«Ad esempio – spiega Ghini – I due finiscono a letto: un particolare assente nel film ma presente nel testo di Axelrode. Una decisione che ha suscitato qualche polemica ma che non è stata certo una forzatura, anzi. L’episodio non ha fatto altro che sottolineare l’ipocrisia di Riccardo che, come da manuale, compiuto il tradimento torna dalla moglie».

Cinque le repliche in programma per questa produzione dell’associazione culturale La Pirandelliana. Info e prenotazioni su teatromanzonimonza.it e 039/386500.