Mondi impossibili Un’altra Monza

Al Cam di viale Elvezia a Monza “Mondi impossibili 2”, le fotografie fatte e rielaborate solo con l’uso di uno smartphone realizzate da Giancarlo Cazzaniga. Visioni monzesi e non solo la cui vendita finanzierà i progetti in India della onlus Vital. Dal 4 novembre al 4 gennaio.
Una delle fotografie monzesi di Giancarlo Cazzaniga per “Mondi impossibili 2”
Una delle fotografie monzesi di Giancarlo Cazzaniga per “Mondi impossibili 2” Redazione online

Uno sguardo obliquo e geometrico su Monza. E su tante altre città. Per dimostrare come anche tutto quello che passa sotto gli occhi continuamente può essere di volta in volta diverso, nuovo e inaspettato. Sono i “Mondi impossibili 2” che Giancarlo Cazzaniga, direttore creativo di Publitrust e monzese, torna a mettere in mostra.

Dopo la biblioteca San Gerardo di Monza questa volta le sue fotografie sono al Cam di viale Elvezia, il centro analisi mediche, dove tornerà a raccontare la città (e tante altre città) con le immagini realizzare e modificate con il solo utilizzo di uno smartphone.

Lo scopo era benefico lo scorso anno (l’intero ricavato della vendita delle foto era andato alle attività della biblioteca) e lo sarà anche questa volta: le opere vendute finanzieranno le attività dell’associazione Vital onlus, la declinazione italiana di una realtà che sostiene progetti umanitari in India. La mostra non ha un’inaugurazione, sarà aperta da lunedì 4 novembre e fino al 4 gennaio al Cam a ingresso libero (dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 20 e al sabato mattina sino alle 12).

«Cazzaniga si è prestato alla nobile causa di Vital Italy accettando di donare incondizionatamente le opere esposte per la vendita -sottolinea la presentazione della mostra – l’intero ricavato servirà per sostenere le attività dell’associazione. Vital Italy è una delle poche onlus a garantire che il 100% delle donazioni ricevute vadano direttamente ai bambini (tutti i costi amministrativi e operativi dell’organizzazione sono coperti dalle socie e ogni 6 mesi i soldi raccolti sono spediti a destinazione)». Tra i numerosi programmi sostenuti, il mantenimento della casa-rifugio “Keertika” – si legge ancora – dove sono ospitate 18 bambine tra i 6 e i 17 anni, alle quali è stato offerto un riparo dalle situazioni di estrema violenza e degrado da cui provenivano.