Deportati, a Monza nasce il Bosco della memoria

Dachau, Esterwegen, Sachsenhausen, Buchenwald, Mauthausen, Neuegamme, Flossenburg. La geografia dell’orrore nazista . Poi ci sono i nomi dei deportati, di chi è tornato e chi no. A Monza, per non dimenticare, nasce il Bosco della memoria.
Deportati, a Monza nasce il Bosco della memoria

La costellazione dell’orrore. Dachau nel 1933, Esterwegen nel 1934, Sachsenhausen nel 1936. Buchenwald nel 1937. E poi via via nel ’38 Mauthausen, Neuegamme, Flossenburg. 1939: arrivano Terezin, Ravensbruck, Stutthof, Hinzert. Nel 1940 è la volta di alcuni tra i più tristemente noti, come Auschwitz, Birkenau e Gross Rosen. Nel ’41 Treblinka, nel ’43 Bergen Belsen. Tra il 1943 e il 1945 sono stati 87 i deportati monzesi nei campi nazisti: due perché cittadini ebrei, come Alessandro Colombo e Ilda Zamorani (nella foto) tutti gli altri perché oppositori politici. Solo 22 i sopravvissuti alla prigionia.

A tutti loro sarà dedicato un memoriale, che sta prendendo forma proprio in questi mesi. «Il desiderio di realizzare un’opera commemorativa risale a tanti anni fa – spiega Milena Bracesco, di Aned (Associazione nazionale ex deportati politici) Monza, figlia del partigiano Enrico, ex matricola 82293, deceduto nel Castello di Hartheim, uno dei cinque centri di sperimentazione dei medici nazisti – E ora lo stiamo costruendo con la collaborazione di Anpi Monza e di Foa Boccaccio, e il contributo del comune, del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza e del Parco regionale della Valle del Lambro. Il “Bosco della Memoria”, così si chiamerà, dovrebbe sorgere in via Mirabellino, accanto all’orto didattico. Il condizionale è d’obbligo perché stiamo aspettando l’approvazione definitiva del progetto da parte della Sovrintendenza, e la definizione degli ultimi dettagli».

Ad ogni deportato sarà dedicato un albero: questo quanto previsto dal progetto. «I nomi saranno scritti in acciaio corten e saranno posizionati a debita distanza dalle radici – spiega l’architetto Rosa Lanzaro, curatrice del progetto con Sara Gangemi – Nell’allestimento non si seguirà un ordine cronologico: saranno realizzate delle isole, chiamiamole così, a seconda della deportazione nei diversi campi. I percorsi tra un’isola e l’altra ribatteranno i tracciati naturali già esistenti nel terreno. L’ingresso sarà indicato da una seduta, sempre in corten, che ospiterà materiale informativo». «Il “Bosco della Memoria” dovrebbe essere ultimato entro la primavera, in concomitanza alle celebrazioni per il settantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo – prosegue Bracesco – Intanto, però, in occasione della Giornata della Memoria il prossimo mercoledì 21 gennaio abbiamo organizzato una serata in cui presenteremo il progetto alla cittadinanza, al teatro Binario 7 alle 20.45. A portare la sua testimonianza Gilberto Salmoni, dell’Aned di Genova, ex deportato a Buchenwald».

Presenti anche Renato Sarti e Antonella Imperatori Gelosa, che leggeranno brani tratti dal libro “Al di là del niente” di Raffaele Mantegazza, oltre alla “Piccola orchestra tascabile” del liceo classico Zucchi di Monza, diretta dal professor Franco Bulega. Attivo anche un bando, fino al prossimo 8 marzo, indirizzato a scuole, associazioni e singoli cittadini e volto alla realizzazione di alberi artificiali da “piantare” in luoghi pubblici cittadini, che annuncino la prossima inaugurazione del “Bosco della Memoria”. Per adesioni e informazioni: anpimonza.it.