Vimercate, processo Villa Sottocasa a novembre per sindaco e vice

Processo il 7 novembre per la vicenda di Villa Sottocasa. E’ questa la data fissata dal tribunale di Monza per la celebrazione dell’udienza preliminare ai sei imputati coinvolti in accuse di falso, violazione di norme sulla tutela dei Beni culturali, e abuso d’ufficio, a partire dal sindaco Paolo Brambilla, e l’ex vice Roberto Rampi, attuale deputato Pd.
Vimercate - Villa Sottocasa (Foto Massimo Spinolo)
Vimercate – Villa Sottocasa (Foto Massimo Spinolo)

Processo il 7 novembre per la vicenda di Villa Sottocasa. E’ questa la data fissata dal tribunale di Monza per la celebrazione dell’udienza preliminare ai sei imputati coinvolti in accuse di falso, violazione di norme sulla tutela dei Beni culturali, e abuso d’ufficio, a partire dal sindaco Paolo Brambilla, e l’ex vice Roberto Rampi, attuale deputato Pd.

La procura di Monza (pm Caterina Trentini e Manuela Massenz) ha chiesto il rinvio a giudizio non solo nei confronti dei politici, ma anche per il dirigente del settore urbanistica del comune Bruno Cirant e per altre tre persone, tra cui un altro funzionario pubblico, il titolare dell’impresa che si è occupato del recupero della parte privata della reggia vimercatese, Ivo Redaelli, e un ultimo imputato, accusato in relazione ad una presunta falsa attestazione.

La prossima tappa, dunque, è l’udienza preliminare davanti al gup Alfredo De Lillo.

La pubblica accusa, per quanto riguarda gli imputati Brambilla e Rampi, sostiene di non aver sospeso i lavori, autorizzati da una ‘Dichiarazione di inizio attività’ difforme da quella originale (che secondo la procura rappresenta un falso: accusa, questa, contestata al privato costruttore) e di aver omesso di sporgere denuncia. Condotta che, per i pm Caterina Trentini e Manuela Massenz, integra la fattispecie prevista all’articolo 323 del codice penale, ossia l’abuso d’ufficio.

Dopo il ricevimento dell’avviso di fine indagini, i due amministratori, difesi dagli avvocati Francesca Garisto e Maria Rosa Riva Carlomagno, del foro di Milano, si sono fatti sentire in procura, ma i pm sono giunti ugualmente alla richiesta di rinvio a giudizio.