Ventimila euro per un posto alle ferrovie; due lissonesi a processo per truffa

Avrebbero promesso un posto di lavoro a un uomo di Lesmo che avrebbe sborsato 20mila euro. A Monza si è tenuta la prima udienza del processo
Monza Tribunale
Monza Tribunale Fabrizio Radaelli

Avrebbero promesso un lavoro in cambio di soldi, ma si trattava di una bufala. Peccato che la vittima, un uomo di Lesmo, avrebbe comunque versato nelle tasche delle due presunte truffatrici una gran bella somma di denaro (si parla di circa 20.000 euro). La vicenda è approdata nei giorni scorsi in tribunale a Monza: sul banco degli imputati ci sono due donne residenti a Lissone, Grazia Bruna Alampi e Antonietta Malta. Le due signore dovranno rispondere dell’accusa di truffa in concorso. Un’ipotesi sollevata dalla Procura di Monza a seguito della denuncia sporta dalla vittima. Ma siamo ancora alle battute iniziali di un procedimento che in aula ha vissuto per il momento solo la prima udienza.

La vicenda è ancora tutta da chiarire, ma stando alle prime informazioni pare che che le due donne di Lissone abbiano fatto leva su un tasto molto sensibile: trovare un’occupazione. Le due presunte truffatrici avrebbero proposto un posto di lavoro estremamente sicuro. Pare, infatti, che millantando amicizie altolocate all’interno di Ferrovie Dello Stato, avrebbero garantito un impiego certo. Il miraggio del posto fisso in un’azienda storica, di grande solidità economica, dalla grande tradizione aziendale e dal futuro garantito lo ha fatto vacillare, tanto da spingersi a pagare parecchi soldi, per saldare il conto di quella preziosa intermediazione, pur di non lasciarsi sfuggire quella che sembrava essere un’imperdibile opportunità di lavoro. Un’opzione che in realtà si sarebbe poi rivelata una “sola” clamorosa.

Alla prova dei fatti il lavoro in Ferrovia dello Stato non è mai arrivato. Se le due donne avessero o meno amicizie importanti all’interno dell’azienda tali da garantire un lavoro, non si sa, ma quel che è certo è che il disoccupato di Lesmo il posto assicurato tra uffici, treni e binari non lo ha mai visto neanche da lontano. Ci sono diversi aspetti che potranno essere chiariti solo durante le udienze in tribunale. In che modo ad esempio sono stati versati i soldi? Esiste una tracciabilità dei pagamenti? Che tipo di accordo sarebbe stato stipulato dalle parti? Gli avvocati delle due parti già durante l’udienza preliminare si sono messi al lavoro per arrivare a un accomodamento (un accordo sulla transazione) prima del 22 marzo 2017, data fissata dal giudice per l’inizio del dibattimento. Nel caso in cui le parti non dovessero raggiungere un accordo, a quel punto si aprirebbe il giudizio. Le due donne sono difese in tribunale dagli avvocati Matteo Francavilla e Michele Cordola del Foro di Milano.