Una app per le intolleranze alimentari: così la spesa diventa più facile

L’innovazione digitale al servizio di chi ha allergie o intolleranze alimentari per aiutare chi ne soffre a fare la spesa. Nel team c’è una muggiorese. Il progetto ammeso al ConLab dell’Università Cattolica pensato per gli studenti che stanno progettando startup.
Allergie e intolleranze alimentari
Allergie e intolleranze alimentari Sabrina Baggi

Qual è la differenza tra Giulia che impiega 40 minuti per fare la spesa ed esce con il carrello pieno di alimenti e Chiara, che invece impiega un’ora e mezza, per poi uscire con un carrello semivuoto? La differenza consiste in tre intolleranze alimentari che allungano enormemente i suoi tempi di acquisto, diminuendone la qualità di vita.

La risposta potrebbe diventare “Tast-Eat”, un’applicazione studiata dalla muggiorese Vittoria Priolo, laureata in Scienze e Tecniche psicologiche all’università Cattolica di Milano e in Psicologia del marketing, che insieme a Elisa Canta, Alessandro Colombo e Alessandro Bortolazzi stanno sviluppando una soluzione, che utilizza semplicemente l’innovazione digitale.

«Secondo gli ultimi dati di Humanitas – ha spiegato Priolo – Le allergie alimentari interessano oltre 2 milioni di italiani, tra cui 600 mila bambini, mentre le intolleranze alimentari sono un problema per 10 milioni di persone».

Per Chiara selezionare i prodotti adatti a lei è una ricerca impegnativa: «Le intolleranze alimentari, soprattutto se multiple, possono diventare un vero limite nella vita quotidiana anche in operazioni semplici come fare la spesa».


Da qui l’idea di creare una piattaforma digitale che funga da touch-point tra il consumatore e la grande distribuzione italiana, una Web App che permetta al consumatore di selezionare velocemente e variare i prodotti più adatti alla sua dieta, aumentando la sua potenzialità di scelta.
“Alesco”, questo il nome del progetto del team, è stato ammesso al ConLab, il Contamination Lab dell’Università Cattolica pensato per gli studenti che stanno progettando startup: si tratta di uno spazio creativo di coworking che punta a far emergere idee imprenditoriali innovative, favorire una crescita personale e professionale dei ragazzi e avviare processi che creino nuove occasioni occupazionali per i neolaureati della Cattolica, accompagnandoli nell’inserimento del mondo del lavoro.

Ma come funzionerebbe “Taste-Eat?” L’utente attua una ricerca «in negativo», inserendo gli alimenti verso cui ha delle restrizioni, così la Web App fornisce come risultato una lista di prodotti specifici che si possono trovare nella grande distribuzione e che sono privi degli elementi selezionati che creano allergie o intolleranze all’utente.

«Con questa idea – ha proseguito Priolo – ci rivolgiamo a soggetti con intolleranze e allergie alimentari, segmento che corrisponde a circa il 6% della popolazione italiana, quindi circa 3,6 milioni di persone, ma anche a vegetariani e vegani, che rappresentano l’8% della popolazione italiana, ovvero 4,8 milioni di persone».

Il che procurerebbe vantaggi competitivi anche ai supermercati che potrebbero conoscere maggiormente le preferenze di questo target in tempo reale, personalizzare le offerte orientate al singolo consumatore, ed effettuare analisi di mercato attraverso questa piattaforma.