Un mese per salvare il calcio Monza, serve un milione di euro

Un milione di euro e qualcosina ancora: è la cifra che serve per ricapitalizzare il calcio Monza dopo avere svuotato fino in fondo le sue casse. È il piano per evitare il nuovo fallimento. Aspettando i soldi presunti di Dennis Bingham, ecco quel che resta dei biancorossi.
Un mese per salvare il calcio Monza, serve un milione di euro

Stringi stringi c’è un mese di tempo per mettere insieme qualcosa più di un milione di euro ed evitare una nuova volta al Monza di fallire. Impossibile o no? Forse, anche se c’è chi dice che in giro per l’Europa ci sia gente pronta a farsi carico della squadra – sempre dalle parti dell’Inghilterra, chissà perché. Aspettando il salvataggio di Dennis Bingham, l’anglosassone che sembra stia per tenere in piedi la formazione biancorossa, la società mette sul tavolo i conti e i conti dicono che bisogna prosciugare le casse per andare avanti.

Punto e capo: comunicato della società di venerdì 21 novembre, il verbale dell’assemblea straordinaria davanti al notaio per ratificare il tentativo di uscire dalla prospettiva fallimento, verbale pubblicato dalla società integralmente. Armstrong Emery non c’è, ma nessuno se lo aspettava. C’è l’amministratore delegato Maurizio Prada, liquidatore in pectore della squadra. Perché per farla breve lì si arriva: quello che è stato ratificato venerdì 21 novembre è che bisogna prosciugare le casse della società e aspettare che qualcuno arrivi, ripaghi il debito residuo e si prende il club di Monza. Meglio leggere.

L’operazione in sintesi è questa: il calcio Monza svuota le casse, fuori tutto, poi resta più di un milione da coprire. Se entro un mese arriva qualcuno che ripiana, bene. Altrimenti si liquida e buonanotte ai successi. «Il presidente prosegue evidenziando quindi che dal documento contabile appena approvato risulta una perdita di esercizio di euro 1.376.658,00 (unmilionetrecentosettantaseimilaseicentocinquantotto virgola zero zero) la quale sommata alle perdite riportate a nuovo dagli esercizi precedenti di euro 6.944.731,00 (seimilioninovecentoquarantaquattromilasettecentotrentuno virgola zero zero) genera una perdita complessiva di euro 8.321.389,00 (ottomilionitrecentoventunomilatrecentottantanove virgola zero zero)». Mica ciuffoli. Per inciso, il presidente è Prada perché c’è, davanti al notaio, non Armstrong.

«Proseguendo il presidente illustra la necessità di adottare i provvedimenti necessari per l’eliminazione delle perdite ed in particolare propone di procedere ad un ripiano totale delle perdite, nei modi di cui appresso: di ridurre la perdita per euro 7.163.119,00 (settemilionicentosessantatremilacentodiciannove virgola zero zero) mediante utilizzo delle voci di riserve e versamenti in conto perdite esistenti per pari importi; la perdita residuata, che è di euro 1.158.270,00 (unmilionecentocinquantottomiladuecentosettanta virgola zero zero), viene ridotta per euro 120.000,00 (centoventimila virgola zero zero), e pertanto ad euro 1.038.270,00 (unmilionetrentottomiladuecentosettanta virgola zero zero) mediante azzeramento del capitale sociale e conseguente annullamento delle azioni che lo rappresentano, operazione necessitata dal fatto che, come risulta dalla situazione patrimoniale allegata, non vi sono altre riserve o fondi di alcun genere da poter utilizzare, tenuto conto del già avvenuto assorbimento delle predette riserve; per il ripianamento totale della residua perdita di euro 1.038.270,00 (unmilionetrentottomiladuecentosettanta virgola zero zero) si propone di aumentare a pagamento il capitale sociale da euro zero ad euro 120.000,00 (centoventimila virgola zero zero), rappresentato da 120.000 (centoventimila) azioni aventi valore nominale di euro 1,00 (uno virgola zero zero) ciascuna, aumento da offrirsi per la sottoscrizione in opzione al socio unico, ed in difetto a terzi, con complessivo sovrapprezzo di euro 1.038.270,00 (unmilionetrentottomiladuecentosettanta virgola zero zero) per l’eliminazione della residua perdita di pari importo; a tal proposito il presidente fa osservare che l’aumento è possibile in quanto secondo quanto proposto vengono integralmente eliminate le perdite ed il capitale precedente era già stato interamente versato; la sottoscrizione del capitale in aumento dovrà avvenire entro il termine di giorni 15 (quindici) decorrenti dalla avvenuta iscrizione della presente delibera nel Registro delle Imprese e sua pubblicazione nel sito internet della società».

Traduzione: che prosciuga prosciuga le casse del Monza quel che resta è un milione etcetera etcetera, dopo avere svuotato la società di qualsiasi risorsa. Che entro trenta giorni può arrivare qualcuno che ci mette quel che serve e che «all’atto delle sottoscrizioni dovranno essere eseguiti i versamenti come per legge e pertanto per l’intero con riguardo al soprapprezzo e per almeno il 25% (venticinque per cento) con riguardo al capitale».

Chi c’era (Prada e Cristiano Perrotti, amministratore unico della società Luckyseven, che detiene tutte le quote della società, «nato a Teramo il 28 settembre 1967») dice «di avere ricevuto delle manifestazioni di interesse da parte di terzi e che di conseguenza vi sarebbero delle concrete opportunità di sottoscrizione del capitale e di esecuzione dell’operazione proposta». «L’assemblea dopo ampia ed esauriente discussione all’unanimità approva la proposta e pertanto delibera il ripianamento delle perdite e l’azzeramento e successivo suo aumento del capitale sociale esattamente nei termini e modalità analiticamente indicati nella proposta stessa, conferendo mandato all’organo amministrativo di provvedere al ritiro e annullamento di tutti i certificati azionari attualmente in circolazione e all’emissione di nuovi certificati azionari a fronte delle sottoscrizioni raccolte ed in generale di provvedere a tutto quanto occorrente per l’esecuzione della presente deliberazione».

Nuova traduzione: la società ripiana i debiti per oltre 7 milioni, quel che resta va coperto da chiunque decidesse di comprarsi la società ricapitalizzando, sarebbe l’inglese, dicono all’assemblea. Bene: così sia. Perché in caso contrario Prada e Perrotti la società verrebbe sciolta, Prada e Perrotti diventerebbero liquidatori, che avrebbero l’impegno di liquidare la società venendo tutti i beni e diritti sociali. Post scriptum: tutto questo costa già 7.500 euro di cui si farà carico il Calcio Monza, come se il resto non bastasse.

La sintesi di tutto questo è semplice: se Dennis Bingham tira fuori un milione e spicci da qui a trenta giorni, il Monza resta in piedi. Altrimenti addio. In ogni caso, l’era Armstrong è già finita.