Un dispositivo satellitare in auto per controllare la ex: uomo a processo a Monza

Un desiano è imputato a Monza per maltrattamenti nei confronti della ex compagna. Per controllarla le avrebbe installato un dispositivo satellitare in macchina, scoperto da una parente della donna. A suo carico anche percosse e minacce.
Veduta area del tribunale di Monza
Veduta area del tribunale di Monza

Per controllarne i movimenti le aveva addirittura sistemato a sua insaputa un Gps satellitare in macchina. In questo modo poteva tenere forse a freno i morsi della gelosia che lo stavano logorando e che lo avevano spinto a essere anche piuttosto violento nei confronti della ex partner. Per una presunta storia di maltrattamenti nei confronti della sua ex convivente è finito nei guai un artigiano residente a Desio, classe 1966. Il processo è in corso al tribunale di Monza.
I metodi di pedinamento che aveva ideato erano stati piuttosto ingegnosi e tecnologici. Il quadro descritto dalla Procura di Monza, che contesta una serie di episodi dal 2008 a oggi, è un contesto di grande sofferenza da parte della presunta vittima dei maltrattamenti. Ma il fatto più curioso contestato è quello del Gps installato in macchina.

L’imputato avrebbe approfittato di un momento di assenza della compagna per installare il dispositivo di rilevazione satellitare. Un metodo attraverso cui l’ imputato avrebbe potuto seguire ogni mossa della compagna. Animato da una vera e propria ossessione, evidentemente, voleva essere a conoscenza di ogni spostamento della compagna.

Del dispositivo tecnologico si sarebbe accorta una familiare della parte offesa, una donna di 36 anni di Desio, che lo ha notato in macchina segnalandolo. A quel punto la situazione tra i due conviventi sarebbe precipitata. Nel 2014, infatti, la relazione sentimentale è talmente compromessa che viene interrotta la loro convivenza a Desio. Si finisce così a carte bollate in tribunale.

Secondo la Procura di Monza l’imputato avrebbe «percosso la donna frequentemente colpendola con calci e schiaffi, sputandole addosso, ingiuriandola e minacciandola con espressione quali, “ti ammazzo”». Ci sono anche altre frasi incriminate: «Io non ho niente da perdere, mi presento sotto casa tua e ti brucio viva, controllati le spalle quando esci di casa». Frasi che avrebbe pronunciato nei luoghi frequentati dalla ex convivente.