Treni, Pendolaria 2016: crescono utenti e tariffe, non gli investimenti

Il numero dei pendolari cresce, aumentano anche le tariffe, ma gli investimenti continuano a preferire il trasporto su gomma al treno. La Brianza è presente con due linee nella top 20 delle più frequentate ogni giorno in Italia. È il rapporto Pendolaria 2016 di Legambiente, che ogni anno racconta la situazione e gli scenari del trasporto ferroviario pendolare in Italia.
Pendolari in attesa alla stazione di Lissone (foto da facebook)
Pendolari in attesa alla stazione di Lissone (foto da facebook) Elisabetta Pioltelli

Il numero dei pendolari cresce, aumentano anche le tariffe, ma gli investimenti continuano a preferire il trasporto su gomma al treno. È il rapporto Pendolaria 2016 di Legambiente, che ogni anno racconta la situazione e gli scenari del trasporto ferroviario pendolare in Italia.

Il documento dice che i pendolari lombardi nel 2016 hanno toccato quota 712mila, registrando un aumento dell’1,3% rispetto al 2015 e del 20% in 10 anni. Ma anche che in Lombardia il gap rispetto a linee suburbane e metropolitane resta ancora molto alto. Eppure le linee sono frequentate, e tanto. Se non bastassero le esperienze quotidiane , ci sono anche i numeri. Due direttrici fondamentali per la Brianza sono nella top 20 delle linee più frequentate in Italia: al settimo posto con 48mila viaggiatori al giorno c’è la Rho-Milano-Como-Chiasso, che da Monza serve tutta la Brianza ovest; al sedicesimo c’è la Milano-Lecco-Sondrio con 32mila viaggiatori della Brianza est. In testa c’è il c’è il Lazio

Dati di rilievo in una Regione in cui però l’offerta di autostrade, inclusi i numerosi nuovi tratti in fase di realizzazione o in progetto, rimane preponderante come anche il tasso di motorizzazione, che nella Provincia di Milano è oltre le 582 automobili per mille abitanti (in confronto a Londra è di 328 e in Catalogna è di circa 480).

«Gli investimenti attuati dalla Regione nel comparto ferroviario si sono concentrati sulle direttrici che convergono su Milano, lasciando ai margini tutte le aree periferiche – sottolinea Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Inoltre i pendolari in 7 anni si sono visti aumentare i costi dei biglietti del 30,3%, un adeguamento tariffario a cui non sempre corrisponde un miglioramento del servizio. Purtroppo l’attuale strumento di programmazione della mobilità (PMRT) continua a considerare una priorità i finanziamenti che favoriscono il trasporto stradale su gomma, mentre la crescita degli utenti del trasporto ferroviario dovrebbe far scegliere la direzione opposta».

Il nodo di Milano è il più importante e il capoluogo vede flussi totali di pendolarismo secondo Istat pari a 650mila persone. “Per garantire un vero salto di qualità per tutta l’area a nord del capoluogo lombardo sarebbe necessario avviare il raddoppio della Bergamo-Seregno e la realizzazione di una nuova tratta parallela alla futura Autostrada Pedemontana Lombarda da Lesmo fino a Osio, per poi connettersi alla linea Bergamo-Treviglio a Levate”, dice Pendolaria 2016: 34 km in tutto (29 di nuovo tracciato) di cui si dovrebbe discutere in una conferenza dei servizi entro il primo semestre 2017. E poi: “Stessa esigenza per il quadruplicamento tra Chiasso e Monza con il progetto che prevede la realizzazione di una nuova linea da Bivio Rosales a Seregno-Desio, di circa 37 km. L’obiettivo del progetto di RFI consiste proprio nel completamento del sistema di gronde merci e nella velocizzazione dei collegamenti viaggiatori internazionali verso il Gottardo. Anche in questo caso purtroppo non esiste alcun finanziamento».

I nodi critici del trasporto brianzolo sono indicati anche nelle metro-tranvie Milano-Limbiate e Milano-Desio. In Lombardia si muovono ogni giorno 2.300 corse su 1920 chilometri di rete ferroviaria, con un’età media del parco treni di 18,6 anni. Una delle situazioni migliori di tutto il panorama nazionale anche se la linea Cremona-Brescia si è guadagnata il quinto posto tra le 10 linee peggiori in Italia.

Dei 461 treni presenti sul territorio, 336 sono elettrici, mentre 125 rientrano nella fascia più inquinante dei treni a diesel. La regione, inoltre, si posiziona tra quelle dove sono state applicate le più alte penali per non aver rispettato gli standard (puntualità, pulizia, numero di carrozze dei convogli ecc.) previste dai Contratti di Servizio, nei confronti dei gestori del servizio ferroviario: 10 milioni nel 2015, per un totale di 116 milioni in 15 anni