Treni, da Monza a Bergamo via Carnate dove “l’aria condizionata è in conflitto coi passeggeri”

Treni freddi (meno frequenti) e vagoni senza l’aria condizionata così caldi da togliere il respiro (più frequenti). I pendolari sono una fonte inesauribile di racconti. Anche Lorenzo Pagnoni, volto del tg di MonzabrianzaTV,che viaggia sulla tratta Milano-Bergamo via Carnate.
Gennaio 2015: un vagone sulla linea Milano-Bergamo via Carnate
Gennaio 2015: un vagone sulla linea Milano-Bergamo via Carnate Redazione online

Treni soppressi, ritardi, guasti. E poi treni freddi (meno frequenti) e vagoni senza l’aria condizionata così caldi da togliere il respiro (più frequenti). Una condizione che ha portato anche alle scuse di Trenord. I pendolari sono una fonte inesauribile di racconti. Anche Lorenzo Pagnoni, giornalista e volto del tg di MonzabrianzaTV, che quotidianamente utilizza la linea Milano-Bergamo via Carnate. Ecco il viaggio di mercoledì 22 luglio.

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Avete presente quando parcheggiate la macchina sotto il sole, senza un minimo riparo e la lasciate per diverse ore? Bene, poi ritornate e quando fate per aprire lo sportello siete travolti da un’ondata di aria rovente. Aspettate qualche secondo, fate uscire la ventata sahariana, entrate in macchina, abbassate i finestrini o accendete l’aria condizionata e nel giro di pochi istanti la situazione torna alla normalità. Fermiamoci al momento in cui aprite lo portiera dell’auto. Proprio quell’istante. Quello in cui in cui pensante:«Ma che caldo fa?! Apro subito i finestrini!!».
Ora trasportiamo questo esatto momento in un altro luogo. Stazione dei treni di Monza. Ore 16,59. Il treno regionale partito da porta Garibaldi e diretto a Bergamo sta per arrivare al binario 4. È in ritardo di 10 minuti, ma questa volta la “puntualità cronica” di Trenord passa in secondo piano. L’attesa del treno al binario sotto la canicola di questi giorni è comunque insopportabile. In molti si rifugiano nel sottopasso dove, nonostante l’umidità tocchi livelli pari a quelli di un acquario, si ha comunque l’impressione di sopportare un po’ meglio la situazione (ma è solo un’illusione).

Il treno si ferma e apre le sue porte. Già le espressioni dipinte sul volto di chi scende non lasciano presagire nulla di buono. Poi arriva il momento di salire a bordo. Ecco! Trasportiamo proprio a questo esatto istante la sensazione che si prova nell’aprire la portiera dell’auto lasciata sotto il sole. Dovunque la si cerchi, l’aria da respirare pare non ci sia. Gli abiti cominciano ad aderire addosso. Si cercano finestre o qualsiasi altra apertura che permetta un passaggio di aria. Tutto inutile. Il controllore spiega che le finestre non sono previste perché entrerebbero in conflitto con il sistema di aria condizionata.
Pare però che lo stesso sistema sia entrato in conflitto con i passeggeri visto che ha smesso di funzionare (ha mai funzionato?).

Il viaggio si trasforma così i una lenta agonia. Lenta poiché in più punti il treno rallenta o si ferma addirittura tra una stazione e l’altra (e il ritardo cresce). Agonia poiché le condizioni sono davvero insostenibili. Al di là degli effluvi regalati da passeggeri che stoicamente resistono all’uso di deodoranti e saponi (perché non provare ogni tanto il brivido di una doccia?), l’aria si fa irrespirabile. Seduta di fronte c’è una signora che ha il volto completamente ricoperto di sudore. Gocciola. Il fazzoletto è zuppo.
Alle spalle sento la voce di un passeggero che, al telefono, comunica al suo interlocutore che preferisce scendere una fermata prima per non sentirsi male, e quindi di venirlo a prendere a Carnate e non a Paderno. Il convoglio prosegue fino a destinazione. Il ritardo finale non lo ricordo, ma in quel momento era l’ultimo dei miei problemi.

Onestamente in oltre due anni di frequentazione assidua di treni e stazioni una situazione del genere non ricordo di averla mai provata. Ma prima di scendere dal treno, la ciliegina sulla torta. La voce metallica di una signorina all’altoparlante mi informa che Trenord in occasione di Expo mette a disposizione per i passeggeri più corse, più treni, ecc ecc. Ma se io non devo andare a Expo cosa mi succede? Mi cucinano a fuoco lento?
Lorenzo Pagnoni