Tiziano Mariani si candida a sindaco: «Riprendiamoci Seregno»

Subito scintille alla discesa in campo del leader di Noi per Seregno che attacca frontalmente Borgonovo e chi «manda allo sbaraglio i giovani usandoli come foglia di fico». Dopo William Viganò del Pd è il secondo candidato sindaco alle amministrative della seconda città provinciale.
Tiziano Mariani si candida a sindaco: «Riprendiamoci Seregno»

Dopo William Viganò del Partito democratico uscito vincitore delle primarie dello scorso 30 novembre, un’altra candidatura a sindaco di Seregno in occasione delle elezioni amministrative della prossima primavera è stata ufficializzata.

È quella di Tiziano Mariani, 63 anni, imprenditore nel campo assicurativo ed ex presidente della municipalizzata di Seregno, che sarà sostenuto dalla lista civica Noi per Seregno, da lui stesso fondata qualche mese fa. «Mi candido -spiega – perché sono indignato dagli scandali e dal malaffare che inquinano la politica. Per questo penso che ci si debba mettere a capo della città di Seregno con il piglio del capofamiglia, che sacrifica tutto per i propri figli, che sono i cittadini».

L’annuncio è arrivato a pochi giorni dalla conferenza stampa di presentazione di un’altra lista civica, Per Seregno civica, in cui Piergiorgio Borgonovo, capogruppo consiliare uscente di Scelta civica, aveva auspicato una rete di civiche per non fare il gioco dei partiti tradizionali, escludendo però a priori una discussione con Noi per Seregno nel caso fosse stata portata avanti la candidatura di Mariani.

«Per rinnovare Seregno – replica l’imprenditore – per una svolta ed un riscatto, occorrono idee giovani e nuove, proposte da gente seria, competente, onesta e desiderosa di impegnarsi in prima persona. Non servono semplicemente dei giovani da mandare allo sbaraglio o, peggio, da usare come foglia di fico dei soliti noti che, dietro le quinte della stanza dei bottoni, progettano di teleguidare il nuovo». La battuta finale è chiara: «Noi per Seregno è una lista di estrazione civica. Io amo Seregno e, di fronte ad una politica sempre più cattiva, piena di malaffare e scandali, non ho potuto fare altro che indignarmi. Ma è mai possibile che in Italia ci siano solo Mafia Capitale o altro del genere? Allora ho detto basta: è il momento di rimpossessarci di Seregno secondo i principi del buon padre di famiglia. Occorre una svolta prima ancora che sulle persone, sul modo di pensare la politica locale, che deve tornare ad essere un servizio, non un’occupazione lautamente remunerata».