Tifosi di Lesmo e Camparada nel caos di Torino per la finale di Champions: «Una paura incredibile»

C’erano dei tifosi di Lesmo e Camparada sabato sera a Torino nella piazza San Carlo travolta dal panico in occasione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid. Per loro tanta paura, tagli e lividi. Le testimonianze.
Una foto di gruppo dei lesmesi e dei camparadesi a Torino nella giornata di sabato
Una foto di gruppo dei lesmesi e dei camparadesi a Torino nella giornata di sabato Gabriele Galbiati

Tra i 30mila di piazza San Carlo a Torino in occasione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid di sabato sera c’erano diversi tifosi di Lesmo e Camparada. Sono rimasti coinvolti nelle due ondate di panico che, dopo le 22 e a pochi minuti dalla fine della partita, hanno provocato 1.527 feriti (di cui tre gravi) e hanno voluto raccontare la loro esperienza. Si tratta di Fabio Beretta, Mirko Ferreri, Stefano Motta e Marco Pozzoli.

Fortunatamente i giovani tifosi se la sono cavata con qualche taglio e qualche livido, ma il ricordo della paura di quegli istanti, li accompagnerà sicuramente ancora per molto tempo.

«È stata un’esperienza indescrivibile – racconta Fabio Beretta – uno le deve vivere per capire veramente cosa si prova in determinate circostanze, mai avuto così tanta paura in vita mia. Non tanto per quello che stava accadendo o meno, ma per tutto quello che stava provocando il panico diffuso nella folla. Doveva essere una festa, invece si è trasformata in un incubo».

Un video pubblicato su Youtube


Stesso discorso per Mirko Ferreri, che ha ribadito come un momento di festa si sia trasformato nel giro di pochi istanti: «Un giorno che doveva essere di festa si è trasformato in un giorno dove ho avuto veramente paura. È assurdo come in un attimo ti trovi letteralmente travolto da una massa di gente e onestamente non sai nemmeno dove trovi la forza di rialzarti e cercare almeno di salvarti. Ora, a due giorni dall’accaduto, tiro le somme e so di essere stato fortunato ad aver avuto solo alcuni tagli e botte».

Moltissima paura anche per Stefano Motta che si è trovato travolto dalla folla senza nemmeno avere il tempo di reagire: «Ad un certo punto è iniziato il peggio: la folla ha iniziato a correre e spingere senza motivo, sembrava uno tsunami. Neanche il tempo di realizzare cosa stesse succedendo ho iniziato anche io a spingere verso l’esterno, ho perso lo zaino e una scarpa, pochi metri dopo anche l’altra, sono caduto e ho pensato subito al peggio. In quegli attimi ho avuto paura di morire. Non so come sono riuscito a rialzarmi e a portarmi verso la tettoia che costeggia la piazza, calpestando vetri e altri oggetti in terra. Lo spavento e il panico di quella sera non lo dimenticherò per un bel po’ di tempo e non auguro a nessuno di trovarsi in situazioni simili».

È andata meglio a Marco Pozzoli che è riuscito invece a non farsi travolgere dalla massa di gente, aiutando altre persone a rialzarsi: «Una giornata di festa è stata rovinata dalla paura e dal panico per una bravata, in un periodo storico dove anche uno scherzo può far male a centinaia di persone. A prescindere che la Juve avesse vinto o perso, questa è una sconfitta ben peggiore per il morale e il vivere tranquilli».

Fortunatamente i ragazzi sono riusciti ad allontanarsi dalla piazza e, dopo essersi ripuliti, sono rientrati in serata in Brianza. Intanto, a Torino, gli investigatori sono al lavoro per ricostruire da chi abbia avuto origine il caos. La Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti .