Terremoto, un metro di neve a Camerino: «Siamo di nuovo messi alla prova»

Un metro di neve a Camerino, in provincia di Macerata, e una giornata di scosse di terremoto. Una condizione ancora più difficile per la comunità che all’inizio di gennaio è stata ospite a Limbiate e a Monza: «Stiamo abbastanza bene. Ma siamo di nuovo messi alla prova».
Monza, gli ospiti Camerino in visita a Monza all’inizio di gennaio
Monza, gli ospiti Camerino in visita a Monza all’inizio di gennaio Fabrizio Radaelli

«Stiamo abbastanza bene. Ma siamo di nuovo messi alla prova, sotto oltre un metro di neve e con una giornata di tantissime forti scosse. Ma ci facciamo forza». Non molla don Marco Gentilucci, parroco 36enne della parrocchia di San Venanzio di Camerino. Nella città marchigiana la situazione era già difficile quindici giorni fa, quando il sacerdote, alla guida della sua comunità giovanile (una cinquantina di ragazzi), per qualche giorno, era arrivato in Brianza, a Limbiate, ospite della parrocchia San Giorgio.
Qualche momento di tranquillità per tutti, per ritrovarsi uniti per la prima volta da quell’ultima scossa tremenda di fine ottobre 2016, che aveva portato il gruppo a disgregarsi, tra alberghi sull’Adriatico e altre abitazioni di fortuna. La comitiva guidata da don Marco era poi, il 4 gennaio scorso, giunta anche a Monza, in una sorta di gemellaggio con la redazione de “il Cittadino”, che aveva coinvolto anche diverse realtà del territorio.


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Ora gli amici di Camerino, dopo le scosse tremende delle ultime ore, fanno sapere che stanno bene, ma la situazione è davvero critica.


La Basilica del Santo patrono è inagibile da mesi, come la chiesa della Madonna delle Grazie e di Fonte San Venanzio. I locali parrocchiali sono profondamente danneggiati. Anche don Marco non ha più la sua canonica. E molti dei suoi ragazzi sono sfollati con le loro famiglie. Ora i nuovi guai.


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«Siamo sommersi dalla neve – dicono Claudio e Stefania, marito e moglie che hanno accompagnato i ragazzi in Brianza anche a nome del gruppo Scout – solo ieri (mercoledì 18 gennaio) quattro terremoti, ma siamo duri e resisteremo. Oggi va un po’ meglio, speriamo migliori almeno il tempo».

Una vita difficile, dunque, per gli adulti, preoccupati per il futuro e per le scosse che non se ne vanno. Una quotidianità stravolta, soprattutto per i ragazzi.

«Per loro è ancora più difficile pensare che il proprio paese non abbia più una piazza, un corso, un parco, un oratorio dove stare. Ecco perché dobbiamo costruire occasioni per ritrovarci, per donare un po’ di normalità» ci aveva raccontato don Marco, accolto per il gemellaggio dalla parrocchia limbiatese.

In questi giorni le difficoltà per quei ragazzi e per le loro famiglie si sono sommate a nuova paura e nuovi disagi. Tanti sono gli interventi da fare per rimettere in piedi la comunità. Per chi volesse dare una mano alla parrocchia di don Marco: iban presso Banca Intesa San Paolo IT91Q0306968830000000020052 causale “Aiuto San Venanzio”.