Seveso, banca della ’ndrangheta “Segnalazione” su Poste Italiane

Dai presunti contatti di alcuni dipendenti postali brianzoli con il “banchiere della ’ndrangheta”, Pino Pensabene, alla Direzione distrettuale antimafia è arrivata una informativa che potrebbe indurre la Procura a svolgere ulteriori indagini anche su Poste Italiane spa (non indagata).
Giuseppe Pino Pensabene in una immagine della Polizia di Stato
Giuseppe Pino Pensabene in una immagine della Polizia di Stato

Dai presunti contatti tra alcuni dipendenti postali brianzoli (accusati di corruzione e violazione delle norme anti-riciclaggio) con il gruppo di quello che è stato soprannominato il “banchiere della ’ndrangheta”, Pino Pensabene, alla Direzione distrettuale antimafia è arrivata una informativa che potrebbe indurre la Procura a svolgere ulteriori indagini anche su Poste Italiane, spa (non indagata) partecipata dallo Stato . Lo riporta “Il Fatto quotidiano” facendo riferimento a una serie di”Comunicazioni di notizia di reato” della Squadra mobile della Polizia di Stato di Milano. Poste Italiane “quale fornitore di servizi finanziari” per la “banca clandestina di Pensabene” avrebbe tratto profitto dalle presunte attività illecite dei suoi dipendenti. Nelle Comunicazioni della “mobile” sarebbero citati gli sportelli postali brianzoli di Seveso, Paderno Dugnano, Seregno, Lissone, Desio oltre che quello di Rho.

Pensabene, calabrese di 48 anni, residente a Seveso è accusato, assieme ad altre 16 persone, di essere: “Emanazione diretta della Locale di ‘ndrangheta di Desio (MB), a sua volta inserita nella struttura criminale confederata unitaria su base regionale denominata ‘La Lombardia’ ”. In un anonimo ufficio, “il tugurio”, Pensabene e i suoi avrebbero movimentato milioni di euro, denaro depositato in alcuni sportelli finanziari di Poste Italiane.