«Serve una sanità trasparente dove non via siano sprechi e mala gestione delle risorse»

Allo Sporting club di Monza il convegno organizzato da Salute donna per discutere di sanità, sprechi, illegalità e corruzione. Ospite anche l’assessore regionale all’economia Massimo Garavaglia.
Il convegno allo Sporting
Il convegno allo Sporting

Garantire a tutti i cittadini il diritto universale alla salute è possibile. Così come è possibile creare un sistema sanitario di qualità, senza sprechi, senza cattiva gestione delle risorse. Per farlo non servono strumenti miracolosi ma interventi concreti che alcune regioni (la Lombardia in primis) hanno già adottato e soprattutto comportamenti etici, chiari, puliti da parte di tutti, cittadini compresi.

Erano tutti d’accordo sulla strada da percorrere i relatori intervenuti ieri sera allo Sporting Club all’incontro pubblico “Come garantire l’equilibrio del sistema sanitario e quali azioni intraprendere per contrastare l’illegalità al suo interno”organizzato da Salute Donna onlus in collaborazione con il club di viale Brianza.

«Dati del Censis hanno rivelato che lo scorso anno undici milioni di italiani hanno rinunciato o rinviato le cure mediche -ha dichiarato Anna Mancuso, presidente di Salute Donna, associazione che conta più di 3.000 iscritti sparsi in sette regioni-per problemi economici. I conti sono subito fatti: per fare esami di prevenzione oncologica femminile servono almeno 500 euro annui di ticket. Se poi si pensa che in famiglia ci sono un marito, dei figli che hanno bisogno anch’essi di cure, seppur di altro genere, la spesa diventa insostenibile specie in tempi in cui il lavoro non è più una garanzia». Come intervenire allora? «Creando una sanità trasparente -ha ribadito Mancuso- dove non via siano sprechi, mala gestione delle risorse, corruzione. Ma anche riorganizzando le reti ospedaliere, utilizzando meglio i macchinari di ultima generazione, oggi sottoutilizzati, controllando la qualità sei servizi erogati, implementando il personale ospedaliero».

Il concetto di trasparenza è tornato nell’intervento dell’assessore regionale all’economia Massimo Garavaglia. «La Lombardia -ha spiegato -ha attuato una serie di strumenti per contrastare l’illegalità quali la fattura elettronica, la piattaforma regionale per gli acquisti, dove tutto è tracciato, il pagamento delle fatture in anticipo rispetto alla data di scadenza e, non meno importante, la realizzazione di gare aggregate per l’assegnazione dei lavori pubblici».

Decisamente più complessa la situazione in Calabria, ben illustrata da Raffaele Mazzotta, procuratore generale presso la Corte di Appello di Catanzaro. «La diffusione della malavita organizzata rende tutto più difficile -ha precisato-malgrado l’azione forte e implacabile della magistratura. Ma serve una presa di posizione da parte della cittadinanza sana che deve recuperare il senso dell’eticità e non rassegnarsi o, peggio assuefarsi. I controlli dovrebbero essere sempre più qualificati ma è necessario capire che la legalità conviene e che si deve scegliere di stare dalla parte dello stato e non dell’antistato».

Anche Laura Cosentini, presidente del Tribunale di Monza, ha invitato i cittadini a contrastare ogni forma di opacità e di irregolarità di condotta. «Anche la mancata emissione di una fattura da parte di un professionista è un comportamento scorretto». Senza dimenticare un altro dei mali endemici italiani: la burocrazia. «Nell’eccessiva burocrazia si annida spesso il malaffare -ha messo in guardia il sindaco Roberto Scanagatti- abbiamo bisogno di controlli sempre più chiari e lineari e una normativa seria per un oculato utilizzo delle risorse».