Serve un “Nazareno della Formula 1” per salvare il Gran Premio di Monza

Serve un patto tra tutte le forze politiche e tutte le istituzioni. Per salvare il Gp di Formula 1 di Monza non è più il tempo di azioni isolate, ma serve una cabina di regia che coinvolga tutta la politica.
Serve un “Nazareno della Formula 1” per salvare il Gran Premio di Monza

Che la raccolta di firme per il Gran Premio d’Italia a Monza stia registrando successo è senza dubbio un bel segnale. Può essere un’occasione per dare una sveglia su un tema impossibile da sottostimare: al momento la corsa di Formula 1 appena messa in calendario il 4 settembre 2016 potrebbe essere l’ultima nel nostro Autodromo. Come è facile capire – il Cittadino picchia sulla faccenda da mesi – non è un “problema” di questo o quel protagonista, di successo o di disfatta personale di un amministratore, di un partito, di una coalizione: in ballo ci sono l’asset più noto del territorio all’estero (parola del direttore del Consorzio della Villa Reale), un indotto perfino difficile da quantificare, un simbolo di storia.

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Basta questo per dire che non ha senso dividersi su chi abbia o meno partecipato alla raccolta di firme. L’iniziativa, al di là della “invasione” del consiglio comunale da parte della Lega, ha il merito di allargare l’eco dell’allarme – più è vasto e trasversale, meglio è – ma non può certo sostituirsi a una decisa azione politica e progettuale. Questo vale per Maroni, per Dell’Orto, per Scanagatti, per la Lega, per il Pd, per Forza Italia. Seguiremo con grande attenzione il percorso parlamentare degli emendamenti che Andrea Mandelli, Paolo Romani, altri tre esponenti di Forza Italia e Lucrezia Ricchiuti del Pd ha proposto per portare risorse all’Autodromo in chiave rinnovo. La speranza è che finalmente si arrivi all’intervento di defiscalizzazione per l’ingresso della Regione Lombardia: passaggio fin qui rimbalzato in aula per ragioni davvero difficili da comprendere.

A novembre dell’anno scorso i tempi erano già stretti: figuriamoci adesso. Motivo in più per non perdersi in scaricabarile che possono assicurare al massimo un piccolo vantaggio tattico ma di certo nessuna vittoria strategica. Non ci vuole particolare genio per capire che pubblico e privato devono andare a braccetto per reperire i fondi che servono (perché di questo si tratta: il resto, in ultima analisi, è colore). E che in una partita così delicata non possono farsi carico, nemmeno se uniti, solo gli amministratori locali (figuriamoci se divisi). Serve una regia comune, prima ancora una condivisione di intenti. Scanagatti è stato ricevuto mercoledì col deputato del Pd Roberto Rampi da Luca Lotti, uomo chiave nell’entourage del premier. Senatori forzisti si muovono per l’emendamento. Chiamatelo Nazareno della Formula 1, se volete: ci sarà tempo per spartirsi i meriti. Sarà comunque meglio, per tutti, della magra consolazione di avere soltanto colpe da dividersi.