Seregno, il sindaco scrive al ministro per salvaguardare la guardia medica

Il sindaco di Seregno Edoardo Mazza ha scritto una lettera al ministro della Salute Beatrice Lorenzin per salvare il servizio di guardia medica. Un appello dopo la proposta di convenzione con medici e pediatri di medicina generale per la ridefinizione su base giornaliera del servizio a sedici ore.
Seregno - L'ingresso dell'ospedale Trabattoni-Ronzoni di via Verdi, che ospita la guardia medica
Seregno – L’ingresso dell’ospedale Trabattoni-Ronzoni di via Verdi, che ospita la guardia medica Paolo Colzani

Il sindaco di Seregno Edoardo Mazza ha scritto una lettera al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, esprimendo la sua preoccupazione per il rischio che la proposta di convenzione con medici e pediatri di medicina generale per la ridefinizione su base giornaliera del servizio a sedici ore, dalle 8 alle 24, con conseguente smantellamento dell’assistenza medica notturna e quindi, di fatto, del servizio di continuità assistenziale, nuova definizione della guardia medica, vada a discapito dei cittadini e degli operatori sanitari.

La novità è stata comunicata dallo stesso primo cittadino al consiglio comunale, nella seduta della settimana scorsa.
«Il problema è come sempre di natura economica – ha spiegato Mazza – ma il pericolo è quello di un impoverimento del servizio sanitario nazionale nel suo insieme».

Nella missiva, che è stata trasmessa in copia anche alla sede romana del sindacato dei medici italiani, il primo a sollevare la protesta contro il provvedimento oggetto di discussione, Mazza ha fatto riferimento «al probabile intasamento ai pronto soccorso delle aziende ospedaliere, che nelle ore notturne rischierebbero di dover far fronte ad un considerevole aumento di accessi, altrimenti gestibili in regime di guardia medica e non certo tali da richiedere un intervento di pronto soccorso».

In più, ha aggiunto che «dalla parte dei cittadini è evidente che l’assenza di un servizio assistenziale notturno in loco comporterebbe un grave disagio in termini emotivi e logistici, senza poi dimenticare che sarebbero le persone anziane o in condizioni di difficoltà a subirne in primis le conseguenze».

Infine, ha sottolineato che la novità «sembra piuttosto contrastare il fondamentale diritto alla salute dell’individuo, nonché il diritto inteso come interesse della collettività generale». La comunicazione ha innescato un breve giro di interventi da parte dell’aula.

Tiziano Mariani di Noi per Seregno ed Area Popolare ha evidenziato come tra i destinatari della lettera non vi sia «la Regione Lombardia, che può sopperire di suo alla mancanza di strutture» ed auspicato che presto vi possa essere un’analisi dei problemi ed una revisione della recente riforma sanitaria regionale. William Viganò del Partito democratico ha invece suggerito «un’azione sinergica con Asl ed Anci» in proposito, mentre Mauro Antonio Di Mauro di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale ha bollato la scelta dell’eliminazione del servizio come «sciagurata».