Seregno e Correzzana: visite private nascoste alle Ats, due medici nei guai

Non rispettano il contratto di esclusiva, e , secondo la Guardia di finanza in cinque anni avrebbero incassato illecitamente 280mila euro, sia i soldi dei pazienti e sia le indennità previste dal contratto collettivo nazionale
SEREGNO - I controlli sono stati effettuati dalle Fiamme gialle di Seregno
SEREGNO – I controlli sono stati effettuati dalle Fiamme gialle di Seregno

Da un anno in aspettativa alla Ats di Monza e Brianza per motivi personali, riceveva pazienti a casa, a Seregno, nella sua abitazione senza rispettare il contratto a titolo di esclusiva con l’ente pubblico. Così A. S. M., dermatologo, è incappato nel controllo del Nucleo speciale anticorruzione di Roma che – dietro segnalazione della Ats brianzola – ha dato mandato alla Guardia di finanza di Seregno di esaminarne la posizione fiscale del dottore.

Coinvolto nei controlli anche un altro medico brianzolo, un ortopedico di Correzzana, dipendente della Azienda ospedaliera di Parma. Anche lui avrebbe svolto attività privata senza darne comunicazione ai vertici della Azienda pubblica continuando a incassare le indennità previste dal contratto collettivo nazionale di categoria.

I due professionisti tra il 2010 e il 2015, secondo quanto verificato dalle Fiamme gialle seregnesi, hanno incassato illecitamente 280mila euro, dei quali circa 130mila euro solo il dermatologo seregnese.

Per entrambi i medici è scattata una denuncia alla Procura della Repubblica di Monza per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato ed alla Corte dei Conti per l’avvio delle procedure di recupero del danno erariale provocato.

Su disposizione del giudice per le indagini preliminari la Guardia di finanza ha anche eseguito anche il sequestro di un immobile di proprietà nei confronti del dermatologo seregnese per un importo equivalente alle somme indebitamente percepite.

Oltre a rilevare le violazioni alla normativa sull’incompatibilità e sul cumulo degli incarichi, i finanzieri hanno svolto anche i necessari approfondimenti fiscali sulle attività private svolte dai due professionisti, contestando compensi non dichiarati al fisco per circa 160.000 euro.