Sballo 2.0 e droghe sintetiche ai giovani: indagini chiuse, otto ragazzi a processo

Chiuse le indagini per i ragazzi coinvolti nell’operazione Sballo 2.0, l’inchiesta condotta dalla polizia di stato che ha portato all’arresto di otto giovani. Compravano e gestivano un traffico di droghe, compresa la ketamina, via Whatsapp. Tutti hanno confessato.
La vicenda ha coinvolto ragazzi giovanissimi, anche minorenni
La vicenda ha coinvolto ragazzi giovanissimi, anche minorenni

Chiuse le indagini per i ragazzi coinvolti nell’operazione Sballo 2.0, l’inchiesta condotta dalla polizia di stato e coordinata dal sostituto procuratore Salvatore Bellomo, culminata a marzo nell’esecuzione di perquisizioni e arresti anche tra minorenni per detenzione a fini di spaccio. Gli otto ragazzi raggiunti dalle misure restrittive, in questi mesi, hanno lasciato il carcere.
Tutti hanno sostanzialmente ammesso le accuse. Inequivocabili gli elementi raccolti a loro carico dagli uomini della Squadra Investigativa.


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Centinaia di pagine di intercettazioni, telefoniche e ambientali, sequestri e arresti in flagranza di reato. Un lavoro, quello degli agenti, che ha svelato un panorama inquietante di una parte del mondo giovanile, “quelli della media borghesia che vivono nelle villette a schiera”, li aveva definiti il procuratore aggiunto Luisa Zanetti.
Tra i ragazzi circolava droga a fiumi. Non solo hashish e marijuana, ma anche la pericolosissima Ketamina.

La scoperta di una giovanissima fuori controllo che stava devastando una fermata dell’autobus, aveva rappresentato il punto di partenza dell’inchiesta. Da allora, gli uomini della Squadra investigativa del commissariato di Monza avevano avviato un’articolata indagine, che aveva permesso di decifrare il linguaggio criptato utilizzato dai giovanissimi spacciatori di marijuana, hashish, cocaina e droghe sintetiche. l quadrifoglio era una dose di marijuana.

«Andiamo a bere» significava andare ad acquistare ketamina liquida. «10 libri di scienze» equivalevano a 10 grammi di marijuana. Messaggi in codice via WhatsApp scambiati tra ragazzi che avevano come unico interesse lo sballo del fine settimana. Ora la procura ha notificato l’avviso di fine indagini. È probabile che la maggior parte degli indagati, una sessantina in tutto, si avvarrà a processo dei riti alternativi.