Salute, una videocamera e un algoritmo per capire i problemi del cuore

Nuovo importante passo per il progetto anche monzese fondato da un gruppo di ex studenti del Politecnico di Milano: ad Heartwatch basterà il volto per capire i problemi del cuore. La startup è stata accettata dall’acceleratore svizzero LifeTech Fusion per il 2017.
Heartwatch: grazie al video del volto di una persona, l'algoritmo consentirà di individuare possibili patologie
Heartwatch: grazie al video del volto di una persona, l’algoritmo consentirà di individuare possibili patologie Federica Fenaroli

Più spazio alla ricerca scientifica. Un team meglio strutturato. Competenze sempre più precise e approfondite. Crescono i ragazzi di “Heartwatch”, l’app che si propone di monitorare le artimie cardiache nata nel 2015 da un’idea del monzese Guido Magrin.

«Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto una bella notizia: siamo stati accettati dall’acceleratore di start up svizzero LifeTech Fusion per l’edizione del 2017: nei prossimi mesi faremo ci muoveremo tra Milano e Ginevra – ha raccontato l’ex studente del Politecnico di Milano, classe 1993 – L’obiettivo, adesso, è quello di completare il processo di raccolta fondi e riuscire a lanciare il progetto sul mercato».

La squadra – «Nel team, nel ruolo di co-fondatore, è entrato a far parte anche Luca Iozzia, dottorando di ingegneria biomedica del Politecnico – ha aggiunto – Con noi fin dall’inizio continuano poi a collaborare anche Luca Bruno, Roberto Salamina e Davide Silvestri, impegnati nello sviluppo tecnologico e web e nelle analisi business e marketing».

Dal semplice braccialetto che, indossato, tramite l’app scaricata sul cellulare avrebbe segnalato eventuali anomalie cardiache, ora i ragazzi si stanno concentrando sull’analisi e sul monitoraggio delle diverse patologie cardiovascolari attraverso l’uso di videocamere.

In poche parole: grazie all’algoritmo che stanno mettendo mettendo a punto, anche un semplice video, in cui si inquadra il volto di una persona, può consentire di individuare con grande accuratezza possibili problemi cardiaci.
«Fin dal 2015 – raccontano i ragazzi sul loro sito – il nostro scopo è stato quello di realizzare il primo strumento personale di self-screening contro malattie cardiache e respiratorie, disponibile prontamente a chiunque».

Pronti a crescere – La start-up innovativa è pronta a diventare srl: la formalizzazione dell’assetto societario dovrebbe arrivare nel mese di settembre.
«Così – concludono – sarà più facile entrare nel mercato e diventare uno strumento alla portata di tutti, da utilizzare tanto privatamente quanto negli ospedali e nelle case di riposo». Il progetto gode del sostegno del San Raffaele e del Politecnico.