Ragazze recluse e costrette a prostituirsi: due arresti ad Arcore

I carabinieri della stazione di Erba hanno arrestato con l’accusa di sfruttamento della prostituzione un cittadino cinese di 46 anni residente a Milano, una sua connazionale di 29 anni residente ad Arcore, e il convivente di quest’ultima di 42 anni. Ad Arcore c’era anche un appartamento “a luci rosse”.
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I carabinieri della stazione di Erba hanno effettuato all’alba di giovedì della scorsa settimana tre arresti, su richiesta del pubblico ministero Massimo Astori. In manette, con l’accusa di sfruttamento della prostituzione, sono finiti un cittadino cinese di 46 anni residente a Milano, una sua connazionale di 29 anni residente ad Arcore, e il convivente di quest’ultima di 42 anni.

I tre sono accusati, sia pure ciascuno con un ruolo diverso, di avere organizzato e gestito l’attività di una casa d’appuntamenti in un appartamento di corso XXV Aprile, a Erba, all’interno del quale, negli ultimi sette mesi – da quando cioè iniziarono le indagini – si sono succedute sette ragazze, tutte di nazionalità cinese, impiegate a turni variabili tra i sette e i 20 giorni, salvo poi essere sostituite e “liquidate” con poche centinaia di euro a testa.

Era stato un certo frenetico viavai ad attirare l’attenzione dei carabinieri lo scorso dicembre. Le intercettazioni e i controlli sul campo avevano consentito di ricostruire le dinamiche del “giro”. I clienti stabilivano contatti telefonici rispondendo ad annunci su siti internet specializzati. Contattavano direttamente la donna cinese, considerata per certi versi la “tenutaria”, la quale forniva tutte le indicazioni del caso, facendo da tramite con la ragazza di turno nell’appartamento.


Le tariffe variavano tra i 40 e i 100 euro, la “casa” funzionava dalle 10 del mattino a mezzanotte, e c’erano a quanto pare mesi che si chiudevano con fatturati tra i 25 e i 30mila euro.

È forse anche questo il motivo per il quale i tre stavano cercando di ampliare l’attività.Giovedì di buon’ora, poco dopo gli arresti, i carabinieri hanno eseguito una perquisizione anche in un secondo appartamento a Colico (Como) trovandovi un’altra ragazza, identificata e “liberata”. C’era un terzo appartamento, ad Arcore, nella zona tra via Gilera e via Tomaselli, e il progetto di inaugurarne un altro in Calabria, in concomitanza con la stagione turistica.

Il sabato, a Erba arrivava Yin, che passava al supermercato e portava alla ragazza reclusa in corso XXV Aprile la spesa per la settimana successiva. Vietato uscire, hanno spiegato i carabinieri, citando il caso di una giovane cinese costretta al lavoro per una decina di giorni e poi messa alla porta con 200 euro in tasca.

Clientela esclusivamente italiana, considerata di gran lunga più affidabile e, soprattutto, solvibile. No a stranieri, senza eccezioni. Dalle carte della Procura emerge un quadro di profondo degrado sociale, non soltanto per le giovani donne, tutte cinesi, costrette a prostituirsi. Desta una certa sensazione l’età dei clienti: accanto a pensionati e uomini di mezza età, un numero impressionante di giovani e giovanissimi, ventenni che a una serata al bar con gli amici mostravano di preferire altro.