Quando Helmuth Kohl venne a Monza per le cure del figlio dopo un incidente

Il figlio di Helmut Kohl aveva avuto un grave incidente d’auto in Italia ed era stato portato al San Gerardo per le cure: qui arrivarono anche il cancelliere tedesco e la moglie. Era il 1991.
Helmut Kohl a Monza nel 1991
Helmut Kohl a Monza nel 1991 Fabrizio Radaelli

C’è anche un importante episodio monzese nella vita di Helmuth Kohl, l’ex cancelliere tedesco morto il 16 giugno. Kohl, infatti, nel novembre 1991 si trovò nella necessità di venire all’ospedale San Gerardo perché qui era stato ricoverato in gravi condizioni il figlio Peter, allora 26enne. Quest’ultimo il 31 ottobre era rimasto coinvolto in un incidente stradale sulla autostrada Padova-Rovigo.

La Golf guidata dal figlio dell’uomo politico, dopo aver urtato il guard-rail, aveva cappottato per due volte ed era stata poi centrata da macchina che sopraggiungeva. La carambola si era verificata sul ponte sull’Adige nel territorio del Comune di Boara, in provincia di Padova. Peter Kohl era stato dapprima trasportato all’ospedale di Rovigo e in seguito con l’elisoccorso a quello monzese, dotato di un reparto di rianimazione specializzato in complicazioni polmonari. Kohl junior aveva riportato una contusione polmonare all’emitorace sinistro, fratture alle costole e all’omero sinistro. Al suo arrivo in elicottero a Monza zona blindata dalle forze dell’ordine e la presenza del prefetto di Milano e di funzionari dei ministeri.

Al San Gerardo erano arrivati il cancelliere Kohl, la moglie Hannelore e il figlio maggiore Walter, 29enne. Il premier tedesco aveva incontrato lo staff del reparto, guidato dal professor Luciano Gattinoni. Le cure assicurate dal personale del San Gerardo furono efficaci. La prognosi, inizialmente riservata, venne sciolta nei giorni successivi. La famiglia Kohl ebbe modo di sperimentare, oltre all’efficienza delle strutture mediche monzesi, anche l’ospitalità di quelle alberghiere. La signora Kohl rimase per circa un mese all’Hotel de la Ville. Lo stesso cancelliere, durante la degenza del figlio, vi soggiornò più volte. Entrambi si trovarono bene. «Alla fine – spiega il titolare Luigi Nardi – ricevemmo una lettera di ringraziamento dalla Cancelleria, firmata dallo stesso Kohl».