Prime mosse nel centrodestra per le elezioni 2017 a Monza: Allevi ci pensa (ma nega)

Lui nega, eppure attorno a lui tutti dicono il contrario: a Dario Allevi non dispiacerebbe candidarsi sindaco a Monza nel 2017. Mentre la giunta Scanagatti fa il giro di boa del mandato, il centrodestra inizia a muoversi.
Dario Allevi
Dario Allevi Fabrizio Radaelli

No, la corsa alla candidatura a sindaco non è ancora cominciata. Eppure, anche se nessuno lo ammette, nel centrodestra c’è già chi si muove in vista del 2017. È presto per uscire allo scoperto, ma non per cominciare a tessere alleanze che tra qualche mese potrebbero essere ufficializzate. In attesa dei banchi di prova sulla tenuta dello schieramento rappresentati dalle amministrative di Seregno e dalle regionali c’è chi prova a ricomporre i cocci dell’aggregazione, magari rivestendola con uno strato differente per poterla presentare come unione civica. Secondo molti è l’operazione che starebbe tentando l’ex presidente della Provincia Dario Allevi, impegnato a incontrare esponenti del Mida, della lista che nel 2012 ha appoggiato Marco Mariani e Anna Martinetti di Una Monza per tutti.

Lui smentisce: «Ogni discorso – afferma – è prematuro. Nessuno può dire cosa accadrà nei prossimi due anni: quanto a me la passione per la politica mi accompagna da 35 anni e credo che non mi abbondonerà fino a quando avrò forze sufficienti».

È meno sfuggente Anna Martinetti: «Non so – riflette – se tra due anni parteciperò alla sfida al centrosinistra. Se, però, si vuol contrastare seriamente Roberto Scanagatti bisogna trovare qualcosa di nuovo: potrebbe anche essere una aggregazione di liste civiche dato il momento difficile per i partiti».

Chiunque voglia puntare dritto al municipio dovrà vedersela con il capogruppo leghista in Regione Massimiliano Romeo: il suo nome gira da tempo ma, anche per dovere, lui glissa. Sembra, però, già calato nella parte di leader locale della coalizione e lancia le primarie dello schieramento: «È lo strumento giusto – spiega – per coinvolgere i cittadini e per ridare un po’ di entusiasmo agli elettori di centrodestra, sempre più arrabbiati. Non dobbiamo farne un tabù solo perché sono state lanciate dal centrosinistra: è un’idea che funziona e sarebbe stupido non copiarla. Non so quali partiti e quali formazioni faranno parte del raggruppamento, ma dovranno condividere il programma e avere idee chiare, precise: la cosa più difficile non è vincere, ma governare». Il tempo a disposizione, aggiunge, non è molto: «Scanagatti – commenta – è forte e per batterlo bisogna fare le cose per bene. Non possiamo arrivare a tre mesi dal voto senza un candidato: dobbiamo partire in anticipo e individuarlo nel 2016 senza, necessariamente, attendere il risultato delle comunali di Milano».

I possibili alleati, fanno sapere dai vertici locali del Carroccio, non devono temere il rischio di una egemonizzazione da parte dei padani: «Chi vorrà – chiarisce il segretario cittadino Federico Arena – condividere e arricchire il nostro progetto e il nostro modello di città sarà il benvenuto in una squadra che premi il merito e le competenze».

E se da Forza Italia il senatore Andrea Mandelli potrebbe ritentare la corsa finita male nel 2012, il coordinatore cittadino Domenico Riga rimane freddo sull’ipotesi primarie, stroncata da Silvio Berlusconi: «A livello personale – dice – non sono contrario. Al nostro interno, però, la riflessione è ancora aperta in quanto siamo in attesa delle novità che saranno annunciate a breve dal nostro presidente».