Presepe vivente 2016 ad Agliate: in migliaia alla Natività in riva al Lambro FOTO

Grande successo per il Presepe vivente 2016 realizzato, come da tradizione, ad Agliate. Davanti alla grotta naturale che ospitava la scena della Natività, i pellegrini che nel pomeriggio di Santo Stefano hanno partecipato al presepe vivente di Agliate sono stati invitati a (ri)scoprire il Dio che si fa bambino per fare compagnia all’uomo.
La visita dei Re Magi alla grotta con la Natività
La visita dei Re Magi alla grotta con la Natività Foto Brianza

Davanti alla grotta naturale che ospitava la scena della Natività, i pellegrini che nel pomeriggio di Santo Stefano hanno partecipato al presepe vivente di Agliate sono stati invitati a (ri)scoprire il Dio che si fa bambino per fare compagnia all’uomo. A guardarli tra i quadri animati da trecento figuranti di tutte le età, i canti del coro e le letture che, per conto dei promotori (Comunione e liberazione Brianza e comunità pastorale Spirito Santo) spiegavano così il “Tu sei il mio bene” che è stato il tema di questa edizione, la quarantunesima: «Abbiamo voluto sottolineare la presenza di quel Tu nella nostra vita partendo dalla figura di santa Teresa di Calcutta. Quel Tu è il mistero che si è fatto bambino affinché noi incominciassimo a scoprire il bene». Un Tu che madre Teresa di Calcutta descriveva così quando, l’11 dicembre 1979, ritirava il Nobel per la pace: «San Giovanni dice che sei un bugiardo se dici di amare Dio e non il prossimo. Come puoi amare Dio che non vedi se non ami il prossimo che vedi, che tocchi, con cui vivi?».

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Alla caritatevole religiosa che papa Francesco ha proclamato santa nell’anno della Misericordia e di cui don Luigi Giussani diceva: «Vedeva nelle facce dei più diseredati, dei più disgraziati, la presenza di Cristo nella sua umanità percossa»., è stato dedicato il primo quadro, quello che, sul sagrato della millenaria basilica dei santi Pietro e Paolo, da anni introduce alla sacra rappresentazione. Da tradizione che si rinnova dal 2008, quella è l’unica scena recitata. A seguire, i classici quadri del presepe, da quello dell’annunciazione a quello del censimento ad opera dei soldati romani, da quello del mercato a quello dell’accampamento dei pastori, fino a quello della Sacra famiglia, nella grotta naturale alle spalle della basilica. A dare un volto a Gesù Bambino c’era il piccolo Andrea Tardini, che per tutto il pomeriggio è stato cullato dall’amorevole sguardo di mamma Maria e di papà Lorenzo.


Curate nei minimi particolari le scenografie, frutto di ore e ore di lavoro di decine di ragazzi e di adulti, così come i costumi, che mamma e papà conservano in casa per tramandarli un giorno ai figli. Immagini di vita vera diventate ancora più suggestive quando la luce del sole ha lasciato il posto a quella delle fiaccole e dei tizzoni ardenti nei bracieri. Per tre ore, fino alla messa in basilica che ha chiuso il gesto, migliaia e migliaia di persone arrivate da tutta la Brianza e oltre si sono incamminate in silenzio verso la grotta, assaporando ogni momento della sacra rappresentazione. Anche loro, come i re magi a cavallo e i pastori, pellegrini desiderosi di fissare negli occhi il Dio che si fa bambino. «Da lì – spiegano gli organizzatori del presepe – inizia a fiorire l’umano. In quell’apparente segno di debolezza, c’è tutta l’onnipotenza di Dio».