Pedemontana e diossina, conclusi i carotaggi: si attendono i risultati di 600 campioni

Iniziati il 3 maggio e sono terminati da poco i carotaggi nei terreni inquinati da diossina e su cui dovrà passare la tratta B2 di Pedemontana. Ora si attendono i risultati delle analisi dei 600 campioni che Nuova Briantea dovrà effettuare in contraddittorio con Arpa.
Alcuni momenti dei carotaggi nei terreni interessati dal passaggio di Pedemontana - foto Ballabio
Alcuni momenti dei carotaggi nei terreni interessati dal passaggio di Pedemontana – foto Ballabio Redazione online

Iniziati il 3 maggio e sono terminati da poco i carotaggi nei terreni inquinati da diossina e su cui dovrà passare la tratta B2 di Pedemontana. Ora, il futuro dei Comuni che dovranno essere attraversati da questo nastro d’asfalto dipenderà dai risultati delle analisi dei 600 campioni che Nuova Briantea dovrà effettuare in contraddittorio con Arpa. Risultati che si presume arriveranno entro la fine di questo mese.

«I tecnici di Nuova Briantea sono riusciti ad effettuare, sotto la mia supervisione, e col supporto di Arpa, tutti i 214 prelievi previsti nel Piano di caratterizzazione da me redatto – spiega il geologo, Gianni Del Pero – ora, tutte le successive azioni, dipenderanno dai risultati delle analisi. Da quelle effettuate sui primi campioni era emerso un inquinamento pari a quello riscontrato nel 2008-2009 quando si evidenziarono 52 superamenti di diossina oltre i limiti di legge di cui 10 oltre il limite industriale. Ma, ora i sondaggi sono molto più numerosi e un quadro esauriente lo si avrà solo quando tutti i 600 campioni attuali saranno stati analizzati».

Inoltre, «la bonifica potrà essere una delle soluzioni, ma potrebbe configurarsi anche un cambio di percorso dell’autostrada o il suo definitivo blocco – continua Del Pero – Resta il fatto che, da mie valutazione effettuate sulla base del Piano scavi di Pedemontana del 2008, con la realizzazione della B2 dovrebbero essere movimentati 4 milioni di metri cubi di terreni di cui almeno 600mila metri cubi dovrebbero finire in discarica, cioè circa 1 milione di tonnellate. Ho, quindi, ipotizzato un costo di circa 40 milioni di euro per il solo smaltimento di questi terreni. Ma, Pedemontana ha ritirato il Piano scavi del 2008 e ne dovrà redigere uno nuovo. Fondamentale sarà, comunque, garantire la sicurezza di operatori e residenti durante le eventuali operazioni di scavo».

Intanto, il consigliere regionale, Gianmarco Corbetta (Movimento 5Stelle) ha presentato lunedì un’interrogazione in cui chiede, qualora venisse confermata la contaminazione da diossina dei terreni, se sia già disponibile una stima dei costi complessivi dell’operazione di bonifica e quali sono i soggetti che dovranno farsi carico di tali costi.