Parla Allevi: «Romeo, sbaglia, possiamo vincere. Io in campo a Monza? Solo se unisco»

Dario Allevi risponde a Romeo: in passato sono già stati entrambi amministratori pubblici a Monza L’intervista al leghista Massimiliano Romeo pubblicata dal Cittadino, nella quale il capogruppo lombardo metteva in forse la sua candidatura, ha provocato la reazione del collega di centrodestra.
Dario Allevi, esponente di spicco del centrodestra monzese ed ex presidente della Provincia
Dario Allevi, esponente di spicco del centrodestra monzese ed ex presidente della Provincia

«La mia non è un’autocandidatura». Lo precisa subito Dario Allevi prima di ribattere alle stoccate di chi, da Forza Italia, afferma di non essere stato informato della sua disponibilità a correre come sindaco e alle bordate del capogruppo regionale leghista Massimiliano Romeo che, in un’intervista a il Cittadino, ha paragonato il centrodestra a un asilo in cui tutti litigano per cercare di imporsi sugli alleati.

Il partito

«Sono un uomo di partito – afferma l’ex presidente della Provincia – ho fornito la mia disponibilità a candidarmi perché me lo hanno chiesto tante persone. Il percorso, però, è tutto da costruire: nei prossimi giorni ne parlerò con i responsabili locali, brianzoli e regionali di Forza Italia». Se, aggiunge, la coalizione individuerà un nome con maggiori possibilità di battere il centrosinistra compirà un passo indietro: «L’ho fatto – ricorda – altre volte compreso il 2007 quando si è deciso di puntare su Marco Mariani. Dovranno, però, dimostrarmi senza giochetti strani» che qualcuno avrebbe più opportunità di vincere le amministrative. In caso contrario rilancerà le primarie: «Lo ripeto – aggiunge – si convocheranno i cittadini, magari in un solo seggio per evitare che qualcuno voti più volte come accaduto altrove, e si chiederà loro di scegliere. A quel punto chi rimarrà a casa avrà torto». Poi, però, gli sconfitti dovranno collaborare all’insegna di due parole d’ordine: «Servono – sostiene Allevi – unità e lealtà. Io sono sempre stato leale e ho dimostrato di saper far squadra».

I pro consoli

«Dipenderà da noi – ragiona – evitare l’arrivo di pro consoli che impongano i loro paracadutati: se saremo bravi a presentare un bel pacchetto pre confezionato nessuno» dall’esterno metterà becco nelle vicende locali. L’unità del centrodestra, prosegue, è indispensabile per poter giocare la partita ad armi pari con l’amministrazione uscente: «Non è vero – commenta – che in questo momento non saremmo competitivi e mi stupisce che Romeo, da politico esperto, possa pensarlo. Nelle campagne elettorali ci sono sempre due fasi: ora ci troviamo nella prima, quella in cui si va in ordine sparso, si alimentano le schermaglie, si pongono tanti distinguo e si minaccia la costituzione di liste e listarelle». È, insomma, quella in cui tutti alzano la voce per tentare di spuntare qualcosa nelle trattative.

Al caos e alla litigiosità iniziali segue, da prassi, la seconda fase: «Lì – rivela l’aspirante candidato – ciascuno ripone le frecce avvelenate, ci si siede attorno a un tavolo e si individua la direzione in cui andare per vincere. Proprio per questo sono molto meno preoccupato di Romeo».

«Scanagatti ci teme»

Con l’esponente del Carroccio condivide la necessità di stare nei quartieri e di raccogliere le istanze dei monzesi. Al momento, però, non si danna al pensiero del programma elettorale: «Nel centrodestra – riflette – parliamo tutti la stessa lingua e condividiamo il 90% delle proposte».

Non lo inquieta nemmeno la presenza dei 5 Stelle: «Il movimento – afferma – è forte dove sono deboli centrodestra e centrosinistra: non è il caso di Monza. Noi, piuttosto, dovremmo puntare sulle liste civiche per tentare di intercettare il 50% degli elettori che non vota più». Poi, da aspirante candidato, non rinuncia a punzecchiare Roberto Scanagatti: «In quattro anni – accusa – ha ridotto la città in ginocchio. Ora non ha ancora detto se si ripresenterà: forse aspetta di conoscere le nostre mosse in quanto ci teme».