Ozono oltre la soglia di allarme a Monza e in Brianza: i rimedi consigliati da Arpa Lombardia

Con le temperature torride degli ultimi giorni, è salito in Lombardia anche il livello dell’ozono che in molti casi ha superato la soglia di allerta e in alcuni (come in provincia di Varese, e in alcune zone delle province di Monza, Como, Lecco e Milano) anche la soglia di allarme, ovvero i 240 microgrammi per metro cubo.
La qualità dell’aria secondo Arpa Lombardia: la fascia arancione la indica come “scadente”
La qualità dell’aria secondo Arpa Lombardia: la fascia arancione la indica come “scadente”

Con le temperature torride degli ultimi giorni, è salito in Lombardia anche il livello dell’ozono che in molti casi ha superato la soglia di allerta e in alcuni (come in provincia di Varese, e in alcune zone delle province di Monza, Como, Lecco e Milano) anche la soglia di allarme, ovvero i 240 microgrammi per metro cubo. Valori abbondantemente superati in Brianza: la centralina Arpa di Meda (via Gagarin) ha fatto registrare mercoledì 2 agosto un valore di 266 microgrammi per metro cubo; quella di Monza Parco, in via Mirabellino, di 249 microgrammi per metro cubo; sempre a Monza, la centralina di via Machiavelli ha fatto registrare ben 252 microgrammi di ozono per metro cubo.

La doppia soglia

Il decreto legislativo. 155/2010 prevede per l’ozono una soglia di informazione e una di allarme. La soglia di informazione (180 microgrammi per metro cubo) viene definita come il livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione nel suo complesso ed il cui raggiungimento impone di assicurare informazioni adeguate e tempestive.

La soglia di allarme (240 microgrammi per metro cubo) invece rappresenta il livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per la popolazione nel suo complesso ed il cui raggiungimento impone di adottare provvedimenti immediati.


L’ozono troposferico costituisce una componente importante dello smog fotochimico; e essendo un forte ossidante, è in grado di attaccare i tessuti dell’apparato respiratorio anche a basse concentrazioni, provocando irritazione agli occhi e alla gola, tosse e riduzione della funzionalità polmonare. La maggior parte di questi effetti sono a breve termine e cessano una volta che gli individui non sono più esposti ad elevati li velli di ozono, ma è noto che possano sussistere anche danni derivati da ripetute esposizioni di breve durata, come l’accelerazione del naturale processo di invecchiamento della funzione polmonare.

Cosa fare

Per questo l’Arpa ha invitato le persone che vivono nelle aree dove il livello di ozono è più alto (ma non solo) a limitare le attività all’aperto nelle ore più calde, cioè dalle 10 alle 16, e a fare una dieta ricca di antiossidanti (che diminuiscono la sensibilità all’ozono) come la vitamina C o la vitamina E e il selenio che si trovano in pomodori, peperoni, patate, cavoli, ma anche uova, mandorle, tonno, verdure a foglia, olio di oliva, pollo, cipolle e cereali integrali.