Ospedale dei bambini di Monza: il San Gerardo respinge il piano della Fondazione

Il San Gerardo ha rigettato il piano di rientro proposto dalla Fondazione Monza e Brianza per la Mamma e il Bambino. L’ospedale considera carente la proposta inviata e il collegio sindacale manda le carte alla Corte dei Conti.
Monza, il nuovo padiglione ospedale san Gerardo
Monza, il nuovo padiglione ospedale san Gerardo Fabrizio Radaelli

L’ospedale San Gerardo ha rigettato il piano di rientro proposto dalla Fondazione Monza e Brianza per la Mamma e il Bambino.

Con un documento inviato giovedì 29 settembre in Regione Lombardia e sottoscritto dal collegio sindacale, l’Asst ha ritenuto – la citazione non è letterale ma fedele alle fonti consultate dal Cittadino – non credibili e carenti le modalità proposte da MBBM per sanare il debito (oltre 13 milioni) con l’ospedale.


La vicenda

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La risposta formale depositata segue le vicende a lungo raccontate dal giornale: i conti portati all’attenzione di Regione Lombardia, la richiesta dell’ente – in coordinamento con l’Agenzia brianzola di Tutela della Salute – di far pervenire entro il 16 settembre i piani sia da parte dell’Azienda ospedaliera sia da parte della stessa Fondazione, quindi le reazioni a questi documenti.

A stupire è la rappresentazione di due realtà inconciliabili: il San Gerardo non ritiene Fondazione in grado di rientrare dal debito e propone senza mezzi termini una internalizzazione totale delle attività oggi svolte dalla MBBM (e un assorbimento dei dipendenti); quest’ultima ritiene invece di poter proseguire, con qualche aggiustamento, l’attuale situazione.
A partire dalla scorsa settimana si sono susseguiti incontri informali, sia in Regione sia a Monza, per trovare una soluzione. L’assessore regionale Giulio Gallera (Forza Italia) è da tempo sulla pratica, nel tentativo di trovare un compromesso che salvaguardi il valore dell’offerta sanitaria che rappresenta – come tutti gli attori riconoscono – un’eccellenza non solo lombarda.

Posizioni inconciliabili – La posizione del collegio sindacale dell’Asst in merito ai documenti inviati da Fondazione, secondo chi ha avuto accesso alle carte, non sembra offrire spazio a grandi mediazioni. Il piano di rientro viene rigettato integralmente, confermando la “linea dura” anticipata da questo giornale: gli attuali vertici – che rispondono al direttore Matteo Stocco – non ritengono possibile proseguire il regime di sperimentazione avviatosi con l’ente di cui il San Gerardo resta pur sempre socio fondatore.
Non solo: come conferma lo stesso Gallera, il collegio sindacale dell’Azienda ospedaliera ha inviato gli incartamenti alla Corte dei Conti, vista la delicatezza della pratica e visto il ruolo di Asst che della Fondazione è socio fondatore.

L’astensione – Siamo dunque in presenza di una spaccatura profonda, che da settimane interroga sotto traccia la politica e la società monzese e brianzola. E che è confermata da un significativo dettaglio meglio sviluppato nell’articolo qui sotto: l’avvocato Bruno Santamaria, noto legale del capoluogo di Provincia, ha scelto l’astensione quando è stato chiamato a esprimersi sul bilancio nel Consiglio di indirizzo della Fondazione, cioè l’organo nel quale è stato nominato a maggio 2016 in rappresentanza dell’ospedale. Tale consiglio si occupa, tra le altre cose, di approvare appunto i bilanci. Cosa che è avvenuta lo scorso 3 ottobre, quando – con 4 voti a favore e 2 astenuti, è stato approvato l’esercizio 2015 della MBBM. Una delle due astensioni è appunto quella di Santamaria, e cioè dell’Asst.

Quale sarà, dunque, il destino della Fondazione, che con il documento approvato lunedì ha “scongelato” bilanci dopo due anni di vuoto? Quanto tempo si riserverà la Regione per svolgere il suo ruolo da arbitro in una vicenda delicatissima per il peso e la storia che la MBBM riveste? La mole dei problemi e il livello dei tavoli sui quali sono posati lascia pensare che una soluzione non tarderà molto. E una cosa sola pare sicura: andare avanti così non sembra, al momento, tra le opzioni possibili.