Operazione Ulisse a Seregno e Giussano, la Corte d’Appello cancella le condanne

Tutto da rifare per il processo dell’operazione Ulisse costato sei mesi di tempo e cinquantacinque udienze: la Corte d’Appello ha accolto un’eccezione e ha cancellato otto condanne contro i presunti affiliati alla cosca di Seregno e Giussano.
Il tribunale di Monza
Il tribunale di Monza Fabrizio Radaelli

Sei mesi di processo, 55 udienze: tutto da rifare. La Corte d’Appello, accogliendo un’eccezione di incompetenza territoriale dell’avvocato Gianluca Crusco, ha dichiarato la nullità della sentenza che il 26 giugno di anno fa condannava 7 imputati coinvolti nella cosiddetta Operazione Ulisse, rinviando gli atti al tribunale di Monza, dove sarà celebrato un nuovo processo.

Nulle le condanne da 5 a 14 anni per estorsione con l’aggravante del metodo mafioso, pronunciate nei confronti di presunti affiliati alla cosca di Seregno-Giussano. Si tratta di Giovanni e Giuseppe Brenna, Francesco e Rocco Cristello, Claudio Formica, il giussanese Armando Cristello e Nicola Fraietta, 61 e 56 anni. Gli ultimi due, in virtù della sentenza della quinta sezione penale della Corte d’Appello di Milano, sono stati rimessi in libertà, anche se con alcune restrizioni. I due sono sottoposti infatti all’obbligo di dimora nel comune di residenza. Misura adottata in ragione della “permanente pericolosità concreta ed attuale degli imputati”, secondo quanto scrivono i magistrati d’Appello, “in relazione alla gravità del reato per il quale si procede (associazione mafiosa armata con finalità assai articolata e dedita alla commissione di gravissimi reati che spaziano dall’ambito degli stupefacenti a quello dei reati contro il patrimonio, dal furto, all’usura con il ricorso alla violenza) e alla pericolosità delle condotte che confermano il saldo legame con la criminalità organizzata collegata alle famiglie calabresi più importanti”. Tra gli imputati, figura anche Rocco Cristello, parente di quell Rocco Cristello trucidato a Verano Brianza nel 2009, condannato in primo grado a Monza a 27 anni per spaccio di droga, anche se la pena in Appello è stata sensibilmente ridotta a 7.

Tra i reati contestati nel processo rimandato a Monza, invece, c’è l’estorsione ai danni di Roberto Gioffrè, fratello di Francesco, all’epoca degli arresti (2012) consigliere comunale a Seregno nelle fila del Pdl. L’operazione Ulisse aveva portato gli inquirenti alla scoperta di un bunker sotterraneo a casa di Antonio Stagno a Giussano, del tutto simile a quelli scoperti dalle forze dell’ordine a Platì o a San Luca, in Calabria. Molti i brianzoli presenti tra i 37 arrestati del 2012, a partire da Armando Cristello, di Giussano, Carmelo Cristello, di Cabiate, Michele Cristello, (Giussano), Umberto Cristello, 46 anni, fino a qualche tempo fa seregnese come il 41enne Fortunato Galati, Nicola Nicolaci, 37 anni, di Giussano, Carmelo Rizzo, 56, giussanese, e Filippo Trapani 47 anni, residente a Lissone. Agli arresti si era arrivati grazie alle dichiarazioni di tre pentiti, Antonino Belnome, già capo del locale di Giussano, Michael Panajia, sicario e uomo di fiducia di Belnome, e Saverio Cappello. Tutti riconducibili alle cosche Gallace-Leuzzi-Ruga di Guardavalle.

(modificato lunedì 3 agosto 2015)