Omicidio Molteni, il killer è un 44enne di Desio: ma il movente ancora non c’è

Mancano ancora due tasselli fondamentali relativamente all’omicidio dell’architetto Alfio Molteni, 58 anni, originario di Verano Brianza, ucciso il 14 ottobre 2015 con un colpo di pistola a Carugo (Como): i mandanti e il movente. Per ora arrestati il presunto autore materiale e un complice, entrambi residenti a Cesano Maderno.
La conferenza stampa di lunedì mattina a Como
La conferenza stampa di lunedì mattina a Como

Mancano ancora due tasselli fondamentali relativamente all’omicidio dell’architetto Alfio Molteni, 58 anni, originario di Verano Brianza, ucciso il 14 ottobre 2015 con un colpo di pistola a Carugo (Como): i mandanti e il movente.

I carabinieri hanno arrestato lunedì mattina il presunto esecutore materiale dell’omicidio, Michele Crisopulli, 44 anni, nato a Desio e residente a Cesano Maderno (accusato di omicidio, rapina, detenzione di arma da fuoco e incendio dell’autovettura dell’architetto) e Stefano Posca, 27 anni, originario di Crotone e anche lui residente a Cesano Maderno, ritenuto co-responsabile dell’incendio dell’auto, e accusato di favoreggiamento.


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«Le indagini non sono ancora terminate» dicono il procuratore di Como e i vertici dell’Arma. A dare una svolta, l’arresto, dopo due mesi dall’omicidio, dei due autori del furto della Fiat Uno, rubata a Bovisio Masciago e utilizzata da Crisopulli e un altro individuo, al momento sconosciuto, per raggiungere l’abitazione di Carugo dell’architetto. Uno dei ladri avrebbe fatto agli inquirenti proprio il nome di Crisopulli come il mandante del furto.

Crisopulli e lo sconosciuto sembra fossero intenzionati a fare l’ennesimo avvertimento nei confronti del professionista dopo che ignoti, nei mesi precedenti, gli avevano bruciato un’auto, incendiato la porta del garage dell’abitazione ed esploso alcuni colpi di arma da fuoco sulla porta di casa. Ma il colpo di pistola, diretto alle gambe, ha invece raggiunto organi vitali e l’architetto è deceduto dopo l’arrivo all’ospedale per una emorragia interna.

Determinanti, per individuare i presunti responsabili, le indagini scientifiche dei carabinieri del Ros di Roma e del Ris di Parma che hanno trovato tracce genetiche di Crisopulli sulla Fiat Uno e di polvere da sparo sulla Mercedes Classe A del 44enne usata per allontanarsi dopo l’incendio della Polo del figlio di Molteni, data alle fiamme a Paderno Dugnano.

Gli investigatori hanno seguito le “tracce” lasciate dai telefonini incrociandole con quelle delle telecamere di videosorveglianza, 154, disseminate su 17 chilometri di strade in altrettanti comuni. Hanno sentito 100 testimoni e visionato 3.800 filmati. L’arma usata per uccidere Molteni, una 365 Magnum o una calibro 38, non è ancora certo, non è stata per il momento ritrovata.

Arrestati anche Pietro Crisopulli, il cugino di Michele, e una donna di nazionalità bulgara, entrambi residenti in provincia di Monza e Brianza, per detenzione e spaccio di stupefacenti in quanto trovati in possesso di circa un chilo di stupefacenti. Proprio la droga, hanno detto gli inquirenti, insieme alle intimidazioni e ai reati contro il patrimonio sarebbero state le attività comunemente svolte da Crisupulli e Posca, insieme ad altri individui già noti alle forze dell’ordine, tutti gravitanti attorno a un bar di Seveso, presunto luogo di incontro per organizzare le loro attività illegali.