Nuovo direttore al Cittadino: leggi l’editoriale di Martino Cervo

Si è insediato questa settimana, dopo l’addio di Luigi Losa. Nel giornale in edicola le prime edizioni a sua firma. Ecco, anche per il nostro sito, la presentazione ai lettori e i suoi contatti.
Nuovo direttore al Cittadino: leggi l’editoriale di Martino Cervo

Diceva Pavese che l’unica gioia al mondo è cominciare. E un sito di giornale è un inizio continuo. Quello che state leggendo non sarà “locale”, né “neutro”. Esiste, certo, un angolo da dare al compasso dell’informazione, una volta scelto il centro. E ci sono una comunità e un territorio a cui (e di cui) parlare. Ma in questo non c’è nulla di “locale”. La vocazione del Cittadino è il racconto di questa terra, e pure del riverbero puntuale dei temi che interessano l’Italia, l’Europa e il mondo. Incide di più sulla vita di monzesi e brianzoli la crisi dell’euro o il Lambro che esonda? Le elezioni Regionali o il destino del Parco? E chi tira una riga certa tra “globale” e “locale”? Tanto più che il quadro non è solo di crisi economica: è di squagliamento politico, di compressione dei corpi intermedi, di ridiscussione del senso stesso di partiti e associazioni. Figuriamoci di un giornale.

A cosa serve, dunque, il Cittadino? A dare notizie. Raramente ci si imbatte in una novità leggendola sul giornale: vi aiuteremo a farlo con ogni mezzo e linguaggio disponibile, a cominciare da questo sito. Ma, ovunque vengano fruite, le notizie non si trovano in natura: i fatti accadono, il loro racconto, una parola che non sia chiacchiera, va costruito. L’ambizione di questa nuova avventura è che il Cittadino sia, assieme al giornale, alla tv e ai social network (facebook e twitter), una costante provocazione alla vita comune di monzesi e brianzoli. Per farlo occorre un criterio: non solo l’informazione ma il filtro, e un’attribuzione di significato. Neppure un tweet è “neutro”. Chi si identifica in questi 115 anni di storia sa che l’energia, il pre-giudizio necessario con cui orientarsi nel marasma della realtà con pensiero cauto ma sicuro attinge all’esperienza cristiana. Per questo continueremo, anche cambiandoli, a fare un settimanale e un sito e una tv laici, cioè popolari, liberi, borghesi nel senso vero e non “seduto” del termine, aperti alla realtà e attenti all’essenziale, con occhi ironici sulla politica e centrati sull’impresa, che per Monza e la Brianza è espressione di cultura. Negli editoriali di solito si descrivono i lettori come “padroni”. Siete altro, e di più. Destinatari di un prodotto volatile e necessario, fatto con la cura che esige il bellissimo e tremendo lavoro di generare una compagnia utile a chi prende il treno, lavora, riposa: vive.

Da ultimo, tre grazie. Il primo alla proprietà – ai “padroni”, loro sì – per la fiducia, ora da meritare. A Luigi Losa, che al valore di una storica direzione ha unito lo stile di un addio al ruolo che è un arrivederci sulle pagine. Alla mia famiglia e a quella professionale, ai cui “padri” Vittorio Feltri, Alessandro Sallusti e Maurizio Belpietro devo – coi colleghi di Libero – la passione per il giornalismo e la possibilità di averlo praticato fino a qui.