Risolte le irregolarità dei mini-appartamenti di vicolo San Grato, gli uffici comunali e la Polizia locale possono rivolgersi a un caso più complesso e con una storia ben più lunga: il rottamaio di via per Cinisello e le sue costruzioni abusive. Nei giorni scorsi, il Comune ha provveduto a fare ingiunzione di demolizione dei manufatti non autorizzati e costruiti negli anni nel perimetro dell’attività di recupero rifiuti che sorge in zona di rispetto cimiteriale e, soprattutto, a pochi metri di distanza dal terreno attualmente oggetto di variante urbanistica, dove potrebbe «atterrare» la storica fabbrica sestese Gabbioneta.
Le irregolarità riscontrate nell’attività di via per Cinisello sono numerose e sono già state segnalate ai proprietari: si rileva la costruzione di prefabbricati, tettoie, pavimenti in cemento e, per finire, anche una pesa interrata per la misurazione dei carichi trasportati. Il tutto senza titolo abilitativo alcuno e su una superficie decisamente estesa, di quasi 5mila metri quadri. I vincoli urbanistici infranti dalle società responsabili dell’attività di rottamaio sono ugualmente variegati: il Comune segnala che si è edificato senza permessi in area di rispetto cimiteriale e con vincolo di inedificabilità assoluta, inoltre i manufatti eretti sono stati fatti in zona classificata come «area a servizi» individuata come verde di valore paesaggistico-ambientale di connessione.
Siamo inoltre nel contesto del Parco del Grugnotorto e i sopralluoghi effettuati dagli incaricati comunali hanno evidenziato come gli interventi compiuti negli anni abbiano comportato la totale trasformazione dell’area, vista la natura e l’entità di quanto realizzato. Preso atto di questa situazione, il Comune dà il via a una ingiunzione di abbattimento dei manufatti che deve essere eseguito entro 90 giorni dall’ordinanza. Dato storico importante: già un primo ordine di demolizione era stato emesso nel lontano 1986, contro il quale era stato presentato ricorso al Tar prima, e al Consiglio di Stato poi. Entrambi i ricorsi erano stati respinti con sentenza definitiva del 2007.