’ndrangheta, confiscati il ristorante e i beni di un imprenditore brianzolo

La Direzione investigativa antimafia di Milano ha confiscato una società di ristorazione, sei unità tra appartamenti e garage, denaro e sette quadri d’autore a un imprenditore brianzolo, 51 anni e di origine calabrese, già condannato e sospettato di legami con la ’ndrangheta.
Direzione investigativa antimafia/archivio
Direzione investigativa antimafia/archivio

La Direzione investigativa antimafia di Milano ha confiscato una società di ristorazione, sei unità tra appartamenti e garage, denaro e sette quadri d’autore a un imprenditore brianzolo, 51 anni e di origine calabrese, già condannato per ricettazione, sostituzione di denaro proveniente da rapina, detenzione illegale di armi e truffa. Si tratta del ristorante Mr Cicciò di Lissone.


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Il provvedimento è frutto del sequestro effettuato nell’aprile 2016, sempre dalla Dia, dopo “indagini economico-finanziarie nei confronti dell’imprenditore e del suo nucleo familiare, che hanno consentito di acclarare una netta sproporzione tra i redditi dichiarati e gli investimenti effettuati”, hanno fatto sapere gli investigatori.

C’è anche un sospetto legame con la ‘ndrangheta, in particolare con le cosche Piromalli-Bellocco, con cui sarebbe stato attivo nel traffico di sostanze stupefacenti. Proprio su tale presupposto, nel 2014, la Prefettura di Monza Brianza aveva emesso un’interdittiva antimafia a carico della società di ristorazione riconducibile all’imprenditore, ritenendo “sussistente il rischio di infiltrazione mafiosa nella gestione e nelle scelte economiche della sua attività commerciale”.