’Ndrangheta a Desio, le reazioni: «La prova del radicamento della criminalità organizzata al nord»

LEGGI Gli arresti - VIDEO L’intervista - Reazione delle istituzioni da Monza fino a Roma agli arresti in Brianza per ‘ndrangheta. «Abbiamo nuovamente la prova del radicamento della criminalità organizzata nei territori del Nord», ha detto la senatrice Lucrezia Ricchiuti. Dalla Provincia Giorgio Garofalo dà una spinta al progetto intercomunale Brianza SiCura.
Desio, la senatrice Lucrezia Ricchiuti
Desio, la senatrice Lucrezia Ricchiuti

Reazione delle istituzioni da Monza fino a Roma agli arresti in Brianza per ‘ndrangheta. Un chirurgo plastico e un dipendente di una ditta di autodemolizioni con sede a Desio sono stati prelevati martedì all’alba dalla Polizia di Stato di Milano in quanto colpiti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere: apparterrebbero alla “locale” di Desio.


LEGGI Arrestati un medico e un rottamaio: «Affiliati alla ’ndrangheta di Desio»


GUARDA L’intervista al capo della squadra mobile di Milano

«Con gli arresti di questa mattina, abbiamo nuovamente la prova del radicamento della criminalità organizzata nei territori del Nord», ha affermato la senatrice del Partito democratico Lucrezia Ricchiuti.

Lucrezia Ricchiuti risiede a Desio. È stata vicesindaco e protagonista di battaglie in opposizione a quella giunta caduta proprio dopo l’indagine Infinito del 2010. «Abbiamo ancora una volta prova del funzionamento della consorteria mafiosa, pronta a sfruttare tutti gli agganci presenti nei diversi settori economici e sociali: l’esempio perfetto è dato dal chirurgo che dalla sua posizione avvantaggiava la locale di ‘ndrangheta mettendo a disposizione degli affiliati al clan la propria professione – ha spiegato Ricchiuti – “Il mio ringraziamento e sostegno va alla Direzione distrettuale antimafia e alle forze di polizia che, dopo anni di indagine, sono riuscite a scoprire un altro pericoloso tentacolo delle cosche calabresi trapiantate al Nord».

E poi: «Le locali di ‘ndrangheta hanno una resistenza particolare e sono sempre pronte a ricostituirsi, approfittando della risacca nella concentrazione e nella tensione dei cittadini onesti e della discreta attività favoreggiatrice di professionisti disinvolti, i quali costituiscono quella zona grigia tra lecito e mafie nella quale si fa finta di non sapere che nessuna condotta economica è neutrale. La penetrazione dei malavitosi nell’economia è un fatto allarmante che deve far riflettere chi pensa di guardare dall’altra parte, di sottovalutare o di sminuire.Solo con la reazione intransigente della società civile, del mondo produttivo e delle professioni le mafie saranno sconfitte. Se invece pezzi di quei mondi pensano di associarsi a obiettivi criminali e di trarre facili profitti nell’aggirare la sana concorrenza, contribuiranno al degrado civico ma soprattutto all’impoverimento economico della nostra regione».

«Questo nuovo filone di indagine mette a nudo, ancora una volta, i meccanismi di funzionamento delle consorterie mafiose che sfruttano tutti gli agganci possibili nelle diverse realtà sociali e professionali – ha commentato il consigliere Giorgio Garofalo – Entrambi i soggetti indagati si possono definire veri e propri affiliati alla cosca calabrese della locale di Desio, locale che nonostante sia stata duramente colpita da indagini come “Infinito” e “Tibet” mostra ancora la sua vitalità. Per questo motivo bisogna continuare ad avere gli occhi aperti».

Garofalo ha voluto ricordare che il progetto intercomunale Brianza SiCura, varato nel 2015, ha proprio l’obiettivo di agire in contrasto ai fenomeni malavitosi attraverso un percorso consapevole di studio e approfondimento degli strumenti di prevenzione che sappiano organizzare attorno alle amministrazioni comunali comunità politiche, associazionistiche e cittadine capaci di respingere il fenomeno nelle sue molteplici forme.