Monza, volantini di protesta alla fermata dei bus: «Basta tagli»

Volantini di protesta alle paline dei bus della Brianza. Tantissimi cartelli di protesta che denunciano come siano stati tolti un milione di chilometri al trasporto pubblico
I volanti di protesta anti-tagli affissi alle paline dei bus a Monza e Brianza
I volanti di protesta anti-tagli affissi alle paline dei bus a Monza e Brianza Vittorio Arienti

Sono comparse come funghi alle paline dei bus della Brianza tantissimi cartelli di protesta contro i tagli fatti – e soprattutto per quelli che si prevedono ancora a settembre – agli autobus. Sulle paline, in particolare della linea z221 Sesto – Monza – Carate – Giussano si legge: “Dal 2007 al 2017 oltre 1 milione di chilometri tolti al trasporto pubblico!!! (ed a settembre ci saranno sorprese amare). Basta tagli!”. Così in una mattina di fine luglio, quando tutti pensano alle vacanze ed al riposo c’è chi non ha perso la speranza di invertire un declino del trasporto pubblico su gomma che sta finendo a ridurre quella che era una dignitosa rete di trasporto ad una serie di scuolabus, finalizzati esclusivamente al trasporto degli studenti, come dimostra lo stillicidio, lento ma costante negli anni, di riduzioni del servizio.

Si va dall’eliminazione delle corse serali (ad esempio la z321 Monza – Trezzo va a nanna alle dieci di sera, dopo che per anni aveva mantenuto il servizio ex – Atm sino all’una di notte) a quella di interi servizi festivi, con il caso limite della z205 che nei festivi ha lasciato a piedi Varedo e Limbiate così come ha fatto anni fa la linea z232 per il collegamento Desio – Carate. Il dato evidenziato nei cartelli di protesta deve far riflettere perché aver perso un milione di chilometri in dieci anni è un dato pesante, non certo degno di Monza e Brianza.

Ed è proprio la provincia omonima, peraltro alle prese con una riforma istituzionale che l’ha ridotta ai minimi termini, togliendo le risorse ma lasciando le competenze (trasporti, strade, scuole etc..) che ha di fatto attuato tali tagli, non potendo contare sui fondi tagliati dal Governo centrale, sempre pronto a vedere nel trasporto pubblico una sorta di bancomat per far quadrare i conti. Peraltro non è esente da colpe l’ente superiore, leggasi la Regione Lombardia che mentre ha tenuto botta con i fondi per il servizio ferroviario – caso unico in Italia – non ha garantito le risorse venute meno dallo Stato centrale, decisamente poco propenso allo sviluppo di ogni forma di trasporto pubblico che non sia l’alta velocità ferroviaria. Peraltro una rete efficiente di bus è il necessario complemento della rete ferroviaria regionale, come dimostrano le migliori esperienze europee. Vittorio Arienti