Monza, resta in carcere l’aggressore della ragazza di 18 anni

Resta in carcere, in attesa della prosecuzione del processo, aggiornato al 25 luglio, il cittadino libico arrestato alle tre del mattino di lunedì per aver aggredito una ragazza in centro e aver fatto resistenza alle forze dell’ordine. Era ubriaco e, dal racconto del testimone che l’ha fatto fuggire, “non si sarebbe fermato”.
Monza notturna via Vittorio Emanuele
Monza notturna via Vittorio Emanuele Fabrizio Radaelli

“Ero completamente ubriaco, non ricordo nulla”. Resta in carcere, in attesa della prosecuzione del processo, aggiornato al 25 luglio prossimo, il cittadino libico arrestato alle tre del mattino di lunedì per aver aggredito una ragazza in centro, colpendola alla testa, e per aver fatto resistenza alle forze dell’ordine.

La segnalazione al commissariato era arrivata qualche minuto dopo le due del mattino. Giunta in via Vittorio Emanuele, la volante si era trovata davanti una ragazza spaventata e dolorante, con una ferita alla testa. La giovane ha raccontato che, mentre si trovava in compagnia di un amico, un ragazzo, dai tratti somatici tipicamente nordafricani, si era avvicinato per chiedere loro una sigaretta. Nonostante fosse stato accontentato, avrebbe avuto ugualmente una reazione violenta e inspiegabile. Avrebbe cominciato a rincorrerla senza motivo, fino a colpirla nella zona della passeggiata dei mercati. Una bottigliata in testa, secondo quanto denunciato agli agenti di polizia, e poi sarebbe fuggito in direzione piazza Cambiaghi, dopo essersi probabilmente ferito ad una mano.

Fuggito o fatto fuggire. La fortuna della 18enne probabilmente è stata di non essersi trovata sola nonostante l’ora tarda, nel cuore della notte. Grazie alle forze dell’ordine che hanno arrestato il suo aggressore e a un testimone che ha avuto la prontezza di spirito di reagire alla situazione.

Perché “se qualcuno non lo avesse messo in fuga, la ragazza a quest’ora non so in che condizioni sarebbe, perché per come l’ha braccata e aggredita, sono più che convinto che la bottiglia in testa era solo l’inizio. E lo dico perchè ho visto la rabbia sul suo volto e so che non si sarebbe fermato”, ha raccontato il ventenne Gabriele L. che a quell’ora stava tornando a casa.