Monza, respinto da scuola perché gay? Non proprio: ecco cos’è successo

Respinto dalla scuola perché gay? Le cose non stanno così, dice l’Ecfop di Monza, che aggiunge: siamo disposti ad accoglierlo anche se non avendoci pensato per tempo ha perso la dote regionale. La vera storia della notizia che ha raggiunto anche i media nazionali.
Alcuni titoli riservati al caso della scuola di Monza
Alcuni titoli riservati al caso della scuola di Monza Redazione online

Respinto dalla scuola perché gay? Le cose non stanno così, dice l’Ecfop di Monza, che aggiunge: siamo disposti ad accoglierlo anche se non avendoci pensato per tempo ha perso la dote regionale. Insomma, facendosi di fatto carico dei suoi studi, che il ragazzo si sarebbe mostrato desideroso di continuare, come mostra anche la regolare frequenza nell’anno scolastico passato.


I
precedenti

LEGGI «Discriminato a scuola perché gay»: il caso di Monza finisce in parlamento (settembre 2015)



LEGGI Monza, la versione della scuola: «Nessuna discriminazione legata all’orientamento sessuale» (settembre 2015)

Un anno fa – Un passo indietro: a distanza di un anno la famiglia che aveva acceso i riflettori sulla scuola, per un presunto caso di discriminazione per l’orientamento sessuale del figlio (discriminazione smentita dalla scuola), è tornata alla carica.

L’istituto è l’ente cattolico di formazione professionale: la madre nei giorni scorsi ha dichiarato che l’Ecfop avrebbe impedito al figlio l’iscrizione al terzo anno per il suo orientamento sessuale. Le cose, malgrado l’eco suscitata anche su siti di informazione nazionale – dal Corriere della Sera, a Repubblica fino al Tgcom24 – stanno diversamente.

L’istituto in una nota ha ricostruito quanto accaduto gli ultimi mesi: «Il ragazzo non è iscritto al nuovo anno perché non ha presentato domanda di iscrizione entro i tempi stabiliti», dice l’ente.
Che prosegue così: «A giugno la famiglia del ragazzo non si è presentata all’incontro programmato per i colloqui finali e per il rinnovo dell’iscrizione, in estate non ha mai contattato la scuola per avere informazioni, il ragazzo non si è presentato per saldare il debito in economia e diritto, quindi qualora si dovesse procedere con l’iscrizione il ragazzo dovrà sostenere la prova per il recupero del debito».
Inoltre: «L’8 settembre la madre ha chiamato per sapere quale procedura dovesse fare per iscrivere il figlio, ha parlato con la docente di riferimento che ha sottolineato la loro assenza in estate e, viste le dichiarazioni dell’anno precedente, la scuola dava per scontato che avessero scelto di cambiare scuola. Alla richiesta della docente la madre ha detto che non avrebbe più voluto iscrivere il figlio in questo Ente, ma che il ragazzo insisteva per l’iscrizione».

Posizioni diverse – Il presidente dell’Ecfop, don Marco Oneta pone l’accento su un punto in particolare: «Dalla ricostruzione della docente mi ha colpito la diversità di posizione tra la madre, contraria all’iscrizione e il ragazzo, che invece insiste per venire in Ecfop: mi è parsa come la migliore dimostrazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, del fatto che, a dispetto del clamore da loro sollevato e della strumentalizzazione che ne era seguita, questo alunno riconosce la bontà del nostro percorso formativo ed educativo, non si sente per nulla discriminato nella nostra scuola. Il bene di questo giovane è l’unica cosa che ci sta veramente a cuore».

Il capogruppo leghista in Regione, Massimiliano Romeo, ha dichiarato: «Basta con polemiche create ad arte e costruite sul nulla».