Monza, processo Lombarda petroli Legambiente: «Chi inquina paga»

«Chi inquina paga» dice Legambiente Lombardia: è il principio che dovrebbe stabilire il tribunale di Monza con il processo contro la Lombarda petroli per l’inquinamento del Lambro del 2010. L’associazione ha presentato le sue conclusioni al processo.
Lo sversamento del 2010 nel Lambro tra Monza e Villasanta
Lo sversamento del 2010 nel Lambro tra Monza e Villasanta

È stato uno dei più gravi reati ambientali d’Italia. E manca ancora una legge vera sui delitti contro l’ambiente. «Il tribunale affermi che chi inquina paga».

Lo dice Legambiente Lombardia che mercoledì mattina ha presentato le sue conclusioni e le richieste di risarcimento al tribunale di Monza, nell’ambito del processo contro la Lombarda petroli per il disastro del Lambro del febbraio 2010.

«Un danno difficilmente calcolabile» dice ancora Legambiente, riferendosi alle conseguenze dello sversamento di idrocarburi nel fiume. In tribunale c’era l’avvocato Andrea Palumbo del Centro di Azione Giuridica di Legambiente. «Oltre alla domanda di risarcimento del danno all’immagine subìto, l’associazione ambientalista si è associata alle richieste del pubblico ministero per la condanna degli imputati secondo le pene previste dalla legge», scrive Legambiente.

E poi: «In Italia purtroppo non esiste ancora un’efficace tutela penale dell’ambiente – dichiara Sergio Cannavò, responsabile del Centro di Azione Giuridica di Legambiente Lombardia – i processi durano troppo, e spesso i responsabili dell’inquinamento riescono ad evitare la sanzione, che peraltro quasi sempre è di modestissima entità. In attesa che il Parlamento introduca i delitti contro l’ambiente nel nostro ordinamento, speriamo che questo importante processo di Monza possa comunque affermare il principio ’chi inquina paga’ e quindi accertare le responsabilità per quello che è a tutt’oggi uno dei più gravi disastri ambientali che si siano mai verificati in Lombardia».