Monza: prestito a usura ai danni di un monzese, condannato a sette anni

È stato condannato a sette anni di reclusione per estorsione un 50enne di Desio ritenuto responsabile di usura ed estorsione ai danni di un monzese. Il suo legale: «Una esagerazione».
Il carcere di Monza
Il carcere di Monza

È stato condannato a sette anni di reclusione F.S., classe 1963, originario di Desio. L’imputato doveva rispondere di usura ed estorsione ai danni di un monzese suo coetaneo: il giudice collegiale del tribunale di Monza, Alessandro Rossato (a latere i giudici Emanuele Mancini e Guglielmo Gussoni) ha quasi raddoppiato la richiesta di pena formulata poche settimane fa dalla Procura di Monza, rappresentata dal pm Vincenzo Fiorillo, che aveva chiesto quattro anni e sei mesi di reclusione.

Il condannato è difeso dall’avvocato del Foro di Monza Roberto Beretta, che ha accolto la sentenza con grande amarezza: «È una sentenza del tutto esagerata – sottolinea l’avvocato – quasi il doppio di quanto richiesta dalla Procura. Sono fatti circoscritti che devono essere presi per quello che sono». Il legale non ci sta: «Il processo lo abbiamo visto tutti. La prova è tutt’altro che pacifica. Peraltro la parte offesa non si è neppure costituita parte civile.Sono state concesse le attenuanti generiche equivalenti alla recidiva, i fatti contestati sono unici nella vita di quest’uomo, ammesso e non concesso che li abbia commessi. In tutta questa situazione qualche perplessità poteva venire. Già la richiesta del Pm era alta: i sette anni sono un’assurdità. Questa persona prende i soldi dalla Caritas. Che poi abbia prestato dei soldi e ne abbia chiesto la restituzione anche con modi violenti è un altro discorso, ma da lì a dire che ci siano estorsione e usura, be’ quella è davvero un’esagerazione».

Era stato arrestato in flagranza mentre riscuoteva a Monza da un coetaneo l’ultima “rata” da 500 euro per la restituzione di un prestito. In pochi mesi il 53enne aveva preteso la restituzione di alcune migliaia di euro. La vittima, dopo numerose minacce e percosse, si era decisa a denunciare tutto. La Procura di Monza, durante le conclusioni, aveva ravvisato gli elementi di responsabilità in ordine ai capi contestati: «Abbiamo tre elementi importanti – aveva spiegato Fiorillo – la denuncia da parte della parte offesa, le telefonate minacciose durante la compilazione della denuncia e l’arresto in flagranza durante la consegna del denaro». «Dobbiamo capire sul denaro prestato – aveva replicato Beretta – e sulla restituzione. Non possiamo sapere con certezza quanto denaro sia stato prestato e quanto sia stato restituito. L’estratto conto non vuol dire nulla se non che c’è stato un prelievo, ma non si può dimostrare a chi è stato destinato il prelievo».