Monza, ogni giorno un bambino assiste a violenze in famiglia

Un bambino al giorno, ogni giorno, assiste a violenze tra le mura domestiche: lo dicono i dati del Cadom, il Centro aiuto alle donne maltrattate di Monza, che tra il 2008 e il 2013 ha registrato 1.999 casi. «Un bambino che assiste a episodi di violenza paga le conseguenze tutta la vita».
Monza, ogni giorno un bambino assiste a violenze in famiglia

Un disegno, la scelta dei colori, una parola. I bambini raccontano se li sappiamo ascoltare. Sono capaci anche di alzare il velo sul disagio di vivere in una famiglia dove non regna la serenità, dove la violenza tra le mura di casa (sia fisica che psicologica o verbale) è all’ordine del giorno. Per questo il Centro Aiuto Donne maltrattate di Monza (Cadom) ha proposto in città nel 2013 il progetto “Hansel e Gretel”, finanziato dalla Fondazione della Comunità di Monza e Brianza con il patrocinio del Comune e della Prefettura. Un progetto che ha coinvolto dapprima giovani coppie in un percorso di prevenzione della violenza domestica ed è stato rifinanziato nel 2014 dalla Fondazione e Club Soroptimist per un percorso orientato al mondo della scuola. Sono stati formati un centinaio di insegnanti di scuole elementari di Monza, educatori di scuola materna e nidi comunali.

«Un bambino che assiste a episodi di violenza- spiega Mimma Carta, presidente del Cadom- rischia di pagarne le conseguenze per tutta la vita. Bambine e bambini riproducono modelli assorbiti negli anni dell’infanzia: non è escluso che un maschietto possa replicare l’atteggiamento del padre e diventare un violento, mentre una bambina possa assumere un atteggiamento sottomesso e passivo.»

I dati forniti dal Cadom parlano di un fenomeno in crescita. Si chiama “violenza assistita” e ha coinvolto dal 2008 al 2013 a Monza 1.999 tra bambini e ragazzi, di cui 1.272 minorenni. Un bambino o ragazzo al giorno, di fatto. Le donne seguite nella sede del Cadom di via Mentana 43 (tel.039/2840006) sono state 250 nel 2102, 288 nel 2013 e 256 nel 2014. Solo l’anno scorso i figli coinvolti sono stati 415 i cui 263 minori.

«C’è stato un calo delle donne che si sono rivolte a noi- spiega Carta- perché purtroppo la crisi economica pesa anche in queste dinamiche familiari e la donna non denuncia perché non sa come mantenere i propri figli».

La violenza tra le pareti di casa non è però diminuita e ha molte facce: psicologica nel 38% dei casi, fisica (32%), economica (16%), stalking (10%), sessuale (4%). «Nell’85% dei casi-spiega sempre la rappresentante del centro monzese- si tratta di atti di violenza compiuti dal marito o dal compagno che si presenta come un uomo normale, senza particolari problemi economici, anzi con un livello di ceto sociale medio alto».

Per dare una risposta sempre più vicina alle donne che chiedono aiuto e ridurre i tempi d’attesa il Cadom di Monza ha creato tre nuove sedi: la sede di Brugherio è aperta già dal mese di novembre, mentre da lunedì hanno aperto le sedi di Lissone e Vimercate.

«Ora servono nuove volontarie- conclude Carta- siamo una quarantina, ma occorre formare nuove volontarie che dovranno occuparsi proprio della gestione dei nuovi centri in Brianza.»

A conclusione del progetto “Hansel e Gretel” il 28 febbraio alla Casa del Volontariato (9-13) ci sarà un seminario con la partecipazione di chi ha finanziato e condiviso il progetto, con la presenza delle due psicologhe , che hanno gestito la formazione e una rappresentanza delle insegnanti, che hanno partecipato da diverse scuole.